“La prima cosa da superare oggi, vista anche la situazione contingente, è l’indice Rt che oggi andiamo a valutare“. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regione, Massimiliano Fedriga, che lo ritiene poco affidabile, intervenendo a Sky Tg24.
In alternativa, per Fedriga “un indice da tenere in considerazione è il rt ospedaliero: fa capire se aumentano o diminuiscono le richieste di ospedalizzazione ed è un indicatore che può dare segnale importante, e che non dà una visione distorta”.
“Quando c’è una incidenza bassa il rischio è che pochi contagi in più facciano schizzare in alto l’indice rt. La mia regione l’indice rt più alto l’ha avuto ad agosto 2020 dove penso abbiamo raggiunto il 3 di rt perché siamo passati da 4 a 18 contagi. Ma una cosa è passare da 2000 a 4000, che significa una diffusione importante; mentre invece da 4 a 18 il pericolo non esiste“, ha proseguito Fedriga.
“Pensate se durante la stagione turistica – e ringrazio il presidente Draghi perché dal 15 maggio possiamo ripartire anche con chi arriva dall’estero con i certificati – una regione che da 4 passa a 8 contagi rischia di arrivare a rt 2, e con i turisti in casa diventa zona rossa…”
Sull’obiettivo di modificare i parametri, Fedriga ha segnalato che “sta lavorando un tavolo tecnico ad hoc insieme con l’Istituto superiore di sanità e i rappresentanti delle regioni; confido in quel lavoro”.
Covid, Fedriga a Sky TG24: "Abbassamento molto netto dell'incidenza in tutta Italia" https://t.co/Zv0ALCNBTn
— Sky tg24 (@SkyTG24) May 7, 2021
Fedriga: “Su certificato verde superate osservazioni Garante”
“Ieri è arrivata una nota dal ministero della Salute che risolve anche le criticità sollevate dal Garante della privacy sottolineando che le forze di polizia possono verificare la veridicità di uno dei tre fattori”, ha detto Fedriga rispondendo a SkyTg24 a una domanda sul Certificato verde, documento che consente ai turisti stranieri di entrare in Italia, i cui requisiti per ottenerlo sono la certificazione di essere stati vaccinati con entrambe le dosi, aver effettuato un tampone nelle precedenti 48 ore o un certificato di avvenuta guarigione dal Covid.
“Finché non diventa una misura strutturale – ha proseguito Fedriga – è normale che ci si muova in modo differenziato perché non c’è uno strumento unico. E’ utile quel che ha fatto il governatore Toti, che nelle more del Certificato verde, si possa utilizzare un certificato di avvenuto tampone o di avvenuta vaccinazione”.