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Scuola, la sfida educativa e sociale per il sistema integrato zero-sei

La settimana scorsa  il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha presentato le “Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei”  e contestualmente è partito il lancio della campagna nazionale di diffusione e consultazione del documento  base,  funzionale alla successiva e definitiva adozione del documento.

“Il sistema 0-6 è forse la più importante delle sfide educative che noi oggi affrontiamo, ma anche la più importante delle sfide sociali – ha dichiarato il Ministro Patrizio Bianchi nel suo intervento –. L’emergenza epidemiologica ci ha confermato che la scuola deve essere il luogo dove si crea l’uguaglianza. Il sistema d’Istruzione è lo specchio della società e deve quindi insegnare il concetto fondante della democrazia e della parità. Oggi i sistemi 0-3 e 3-6 non vedono gli stessi servizi ugualmente garantiti a tutti, in Italia. Per questo le Linee guida sono una sfida sociale, perché richiamano l’attenzione su un settore che è solo apparentemente localizzato, ma in realtà coinvolge l’intera Repubblica. Oggi non è il momento conclusivo di un lavoro, ma vorrei che fosse l’inizio di un grande dibattito nazionale. Dobbiamo uscire dalla pandemia con una fortissima volontà d’innovazione, lavorando per garantire una piena integrazione” ha concluso.

Sul sito del Ministero dell’Istruzione è stato pubblicato un questionario a risposta chiusa per la consultazione di singoli soggetti (educatori, insegnanti, coordinatori, dirigenti, gestori pubblici e privati, genitori, ecc).

Cosa prevede il Sistema Integrato 0-6

Il Sistema integrato di educazione e di istruzione garantisce a tutte le bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni, pari opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento per superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, etniche e culturali (dal Decreto legislativo n.65/2017).

Le finalità:

  • promuovere la continuità del percorso educativo e scolastico
  • ridurre gli svantaggi culturali, sociali e relazionali promuovendo la piena inclusione di tutti i bambini e rispettando e accogliendo tutte le forme di diversità
  • sostenere la primaria funzione educativa delle famiglie
  • favorire la conciliazione tra i tempi di lavoro dei genitori e la cura dei bambini
  • promuovere la qualità dell’offerta educativa anche attraverso la qualificazione universitaria (è istituita una Laurea in Scienze dell’educazione a indirizzo specifico) del personale educativo e docente, la formazione in servizio e il coordinamento pedagogico
  • agevolare la frequenza dei servizi educativi.

Gli snodi:

  • i servizi educativi per l’infanzia, gestiti dagli Enti locali, direttamente o attraverso la stipula di convenzioni, da altri enti pubblici o dai privati, articolati in:
  • nidi e micronidi, che accolgono i bambini tra i 3 e i 36 mesi e hanno orari di apertura, capacità ricettiva, modalità di funzionamento, costi delle rette diversi da Comune a Comune (di solito assicurano il pasto e il riposo);
  • le sezioni primavera accolgono i bambini tra i 24 e i 36 mesi e sono aggregate alle scuole dell’infanzia statali o paritarie o ai nidi;
  • servizi integrativi, con un’organizzazione molto flessibile e modalità di funzionamento diversificate. Si distinguono in:
      • spazi gioco per bambini da 12 a 36 mesi, privi di servizio mensa, con frequenza flessibile fino a un massimo di 5 ore giornaliere;
      • centri per bambini e famiglie che accolgono bambini dai primi mesi di vita insieme a un adulto accompagnatore, privi di servizio mensa, con frequenza flessibile;
      • servizi educativi in contesto domiciliare per un numero ridotto di bambini da 3 a 36 mesi;
  • le scuole dell’infanzia  che possono essere statali o paritarie a gestione pubblica o privata. La frequenza della scuola dell’infanzia statale è gratuita; a carico delle famiglie resta il costo del pasto e di eventuali servizi a domanda individuale (come scuolabus, pre-scuola, prolungamento orario).

I Poli per l’infanzia

Vera novità del decreto legislativo n.65/l 2017 sono i Poli per l’infanzia, che accolgono in un unico edificio o in edifici vicini, strutture sia del segmento 0-3 sia del segmento 3-6 per un migliore utilizzo delle risorse attraverso la condivisione di servizi, spazi e risorse.

Le Linee Guida oggetto della consultazione nazionale rappresentano una cornice di riferimento pedagogico e il quadro istituzionale e organizzativo in cui si colloca il sistema educativo integrato dalla nascita fino ai sei anni, per favorirne lo sviluppo e il consolidamento.

Il documento intende raccogliere gli apporti delle scienze dell’educazione, i contributi delle migliori pratiche educative, le indicazioni della normativa europea e nazionale più recente per offrire stimoli culturali e piste di lavoro a chi opera nei servizi educativi e nelle scuole dell’infanzia e a tutti coloro che hanno responsabilità nella costruzione del nuovo progetto: decisori politici e amministratori, personale educativo e docente, genitori e la società nel suo insieme, perché l’investimento sull’infanzia coinvolge tutti i cittadini, nessuno escluso.

La situazione che si è determinata a seguito della pandemia ha reso tutti più consapevoli dell’importanza di assicurare alle bambine e ai bambini opportunità di crescita, di socialità, di gioco e di apprendimento in contesti educativi sicuri e di qualità.

Il documento si innesta su una situazione che oggi sembra mettere in discussione convinzioni pedagogiche consolidate (scuola aperta, relazioni sociali intense, vicinanza e accoglienza), ma intende riconfermarle e rilanciarle con uno sguardo positivo verso un futuro più sostenibile soprattutto perché a misura di bambino.

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