Mentre il conflitto in Siria entra nel suo decimo anno, l’UNICEF ricorda che la guerra nel Paese ha lasciato le vite e il futuro di una generazione di bambini appesi a un filo. La situazione per molti bambini e le loro famiglie rimane precaria: circa il 90% dei bambini ha bisogno di assistenza umanitaria, con un incremento del 20% rispetto allo scorso anno.
Il peso di 10 anni di conflitto
Dieci anni di conflitto hanno avuto un terribile impatto sui bambini e le famiglie in Siria:
- Secondo dati verificati tra il 2011 e il 2020:
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- Circa 12.000 bambini sono stati uccisi o feriti;
- Più di 5.700 bambini – alcuni anche di 7 anni – sono stati reclutati nei combattimenti;
- Più di 1.300 strutture sanitarie e scolastiche e relativo personale sono stati attaccati;
- Nell’ultimo anno, il prezzo medio del paniere alimentare è aumentato del 230%;
- I numeri segnalati di bambini che presentano sintomi di stress fisico sono raddoppiati nel 2020 a causa della continua esposizione a violenza, shock e traumi che hanno avuto un significativo impatto sulla salute mentale dei bambini, con conseguenze di breve e lungo periodo.
- Oltre mezzo milione di bambini sotto i 5 anni in Siria soffrono di ritardi nello sviluppo a causa della malnutrizione cronica;
- Circa 2,45 milioni di bambini in Siria e altri 750.000 bambini siriani nei paesi vicini non vanno a scuola, il 40% sono ragazze e/o bambine.
La situazione al Nord della Siria
La situazione nel nord della Siria è particolarmente preoccupante. Nel nordovest milioni di bambini sono sfollati e molte famiglie sono dovute scappare diverse volte dalle violenze, alcune anche per 7 volte, alla ricerca di un posto sicuro. Hanno sofferto un altro lungo inverno – combattendo contro severe condizioni atmosferiche comprese piogge torrenziali e neve – vivendo in tende, rifugi e edifici distrutti o mai terminati. Più del 75% delle gravi violazioni sono state registrate nel 2020 nel nordovest del paese.
Nel campo di Al-Hol e nel nordest della Siria, 27.500 bambini di almeno 60 nazionalità e migliaia di bambini siriani associati a gruppi armati sopravvivono in campi e in centri di detenzione. Recentemente si sono verificate violenze ad Al Hol, mettendo a rischio le vite di questi bambini e sottolineando il bisogno di soluzioni di lungo periodo che comprendano il reintegro nelle comunità locali o rimpatri dei bambini nei propri paesi di origine in sicurezza.
Inoltre, il numero di bambini rifugiati nei Paesi vicini – che continuano generosamente ad ospitare l’83% del numero totale di rifugiati siriani a livello globale – è incrementato più di 10 volte fino a raggiungere i 2,5 milioni dal 2012, mettendo ulteriore pressione sulle comunità già in difficoltà.
L’impregno di UNICEF
In questi 10 anni, l’UNICEF ha ampliato le sue operazioni di risposta alla crisi in Siria per rispondere ai bisogni immediati e di lungo periodo. Solo nel 2020 e nonostante significative sfide, inclusa la rapida evoluzione della pandemia da COVID-19, l’UNICEF ha continuano a fornire assistenza umanitaria salvavita ai bambini e alle famiglie in Siria e nei paesi vicini:
- Circa 900.000 bambini hanno ricevuto vaccinazioni di routine o contro il morbillo;
- Oltre 400.000 bambini sono stati raggiunti con supporto psicosociale;
- Oltre 3,7 milioni di bambini hanno avuto accesso a istruzione formale e informale;
- Oltre 5,4 milioni di persone hanno avuto accesso ad acqua sicura grazie al potenziamento dei sistemi di approvvigionamento idrico;
- Più di 55 milioni di persone sono state raggiunte con informazioni sulle misure sanitarie di sicurezza in risposta alla pandemia da COVID-19.
Cosa c’è ancora da fare, l’appello
Con il 10° anno di guerra in Siria, l’UNICEF ricorda alle parti in conflitto, a tutte le parti che possono avere un’influenza e a tutta la comunità internazionale che:
- Le organizzazioni umanitarie come l’UNICEF hanno urgente bisogno di supporto e fondi per garantire assistenza ai bambini della Siria. L’UNICEF ha bisogno di 1,4 miliardi di dollari per la risposta in Siria e nei paesi vicini nel 2021.
- I bambini associati a gruppi armati, soprattutto coloro che vivono nel nordest del paese, devono essere reintegrati nelle comunità locali. I bambini di altre nazionalità devono essere rimpatriati in sicurezza nei paesi di origine;
- Le parti in conflitto devono evitare attacchi su bambini e infrastrutture civili, comprese scuole, ospedali, cliniche e punti di approvvigionamento idrico;
- Chiediamo il rinnovo della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sull’assistenza transfrontaliera che permette di continuare a fornire assistenza salvavita attraverso i confini della Siria;
- Non ci sono vincitori in questa guerra e la perdita più grande è per i bambini della Siria. È ora che le parti in conflitto abbassino le armi e avviino un tavolo di negoziazione. Pace e diplomazia sono l’unica strada per uscire da questo abisso.