“Alla vita consacrata le odierne emergenze pongono gravose
problematiche sociali. Istanze simili a quelle affrontate oltre un secolo e mezzo fa (
durante l’epidemia di colera) da San Giovanni Bosco e dalle congregazioni religiose da lui fondate”, spiega a
Interris.it il vescovo salesiano
monsignor Enrico dal Covolo, già rettore per due mandati (dal 2010 al 2018) della Pontificia Università Lateranense e attuale
Assessore del
Pontificio Comitato di Scienze Storiche.
La missione della vita consacrata
Oggi, in occasione della festa liturgica della
Presentazione del Signore, ricorre la 25°
Giornata della vita consacrata. “In tutto il mondo la
pandemia di Covid-19 vede le
consacrate e i consacrati esprimere la propria vocazione nelle diverse modalità di ciascun
carisma“, osserva a
Interris.it il presule salesiano. Consacrate e consacrati
negli istituti religiosi, monastici,
contemplativi. Negli istituti secolari e nei nuovi istituti.
Membri dell’’ordo virginum‘, eremiti. Membri delle società di vita apostolica. Chi sono i consacrati? “Persone che sono
esperte di comunione e ne praticano la spiritualità”, rispose
Giovanni Paolo II. “Artefici di fraternità universale. Custodi della casa comune. Della terra e di ogni creatura”, precisa Francesco. E’ la
Chiesa-comunione che si ispira a San Francesco, “
fondatore e ispiratore di tanti istituti di vita consacrata”, secondo la definizione della Congregazione per gli
Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
Condivisione
Nella basilica di San Pietro, alle 17.30, Papa Francesco presiede oggi pomeriggio una celebrazione eucaristica per le comunità religiose dell’intero pianeta. “Stanno dando prova di fedeltà provata dalla sofferenza. Di coraggio. Di testimonianza serena pur nel dolore o nell’incertezza. Di condivisione di ogni affanno e di ogni ferita. Di cura e vicinanza agli ultimi. Di carità e di servizio a costo della vita”, si legge nel secondo capitolo dell’enciclica “Fratelli tutti”. Con la consapevolezza di “trovarci sulla stessa barca. Tutti fragili e disorientati. Ma nello stesso tempo importanti e necessari. Tutti chiamati a remare insieme”. I consacrati sono “i samaritani di questi giorni“. Impegnati ovunque a far rinascere in tutti “un’aspirazione mondiale alla fraternità e all’amicizia sociale”.
Come nel Padre nostro
Per la Giornata della vita consacrata il Papa ricorda che “siamo tutti fratelli e sorelle“. Una fraternità messa nero su bianco nella preghiera del Padre nostro. Ma “senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possono essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità“. Così in ogni forma di vita consacrata affiorano le radici della profezia e la chiamata dello Spirito Santo.
La realtà interpella i consacrati
Il vescovo Enrico dal Covolo, da insigne teologo e studioso di patristica, inquadra i carismi dei consacrati nella storia e nella dottrina. “Di volta in volta è la situazione stessa a interpellare le congregazioni e gli istituti religiosi– chiarisce monsignor Enrico dal Covolo a Interris.it-. Come dimostra la pandemia di Covid, continue trasformazioni e molteplici crisi si affacciano al mondo. Ciò suscita nelle consacrate e nei consacrati risposte in linea con il loro specifico carisma. Per esempio noi salesiani cerchiamo di rispondere alle esigenze della società dal punto di vista educativo”.
La lezione di Don Bosco
“La nostra risposta educativa alle urgenze della crisi Covid si ispira alla prospettiva formativa ed evangelizzatrice di Don Bosco- puntualizza l’Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche-. Ci rendiamo conto che i giovani sono duramente colpiti dalla situazione determinata dalla pandemia. A confermarcelo sono gli psicologi e gli studi condotti sui ragazzi a partire dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria. Da qui il nostro impegno a fornire strumenti e occasioni per superare questa condizione di diffuso disagio secondo l’amorevolezza insegnata dal nostro fondatore Don Bosco”.
Fede e carità nella vita consacrata
“Nella vita consacrata fede e carità sono inseparabilmente collegate– sostiene il vescovo salesiano-. Se così non fosse, la preghiera sarebbe una fuga dalla realtà. E la carità diventerebbe impegno sociologico. E invece nelle consacrate e nei consacrati la solidarietà concreta è sostenuta dalla preghiera e ha sempre una natura profondamente religiosa“. Il modello è quello indicato da Papa Francesco lo scorso 15 ottobre lanciando il patto educativo. “Tutte le istituzioni che si occupano di formare i ragazzi sono esortate a condividere valori– analizza il presule-.- E’ anche la strada per prendersi cura delle nuove generazioni in tempo di pandemia. Così possiamo educare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità. E realizzare la cultura dell’incontro che può condurci fuori dal tunnel della crisi Covid“.