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Il lato oscuro dei social

Social e minori, un connubio che può diventare mortale quando sfugge ad ogni controllo. Quando mette in connessione bambini indifesi con utenti senza scrupoli, mossi dai peggiori moventi. E’ accaduto a Palermo dove una bimba di 10 anni è morta per una sfida estrema lanciata su Tik Tok. Forse, un caso di emulazione a Bari, costato la vita a un bimbo di 8 anni. Sono solo gli ultimi episodi in ordine cronologico, ma l’elenco si allunga sempre di più: ragazzini vittime del web, atti di autolesionismo che aumentano a dismisura, incidenti talvolta mortali e, purtroppo, anche suicidi. Il tutto, spesso, in mondovisione. 

Ed è proprio questa globalizzazione e al tempo stesso condivisione, del male, del cattivo esempio, della morte, che colpisce e soprattutto spaventa quella schiera di genitori che forse non hanno neanche gli strumenti per contrastare tutti i pericoli della rete. Questo non perchè il web debba essere dipinto necessariamente come un mondo negativo, ma essendo una realtà non regolamentata, essendo un mare magnum dove si può trovare tutto e il contrario di tutto, non è un luogo in cui lasciare da solo un minore. Esattamente come nessuno lascerebbe un bambino in giro per la città o in una piazza piena di sconosciuti, magari di sera. 

Ecco bisogna cominciare a pensare ad internet come un luogo perchè, per quanto virtuale, è comunque un luogo abitato: ci sono le persone per bene, c’è l’utilizzo virtuoso dei social che connettono il mondo e ci sono i malintenzionati, il dark web e social dove viaggiano sfide mortali.

Con questo semplice paragone, ci si accorge che gli strumenti per difendere i nostri figli, in fondo, sono sempre gli stessi: non lasciarli soli con pc, tablet o smartphone. Utilizzarli insieme e pian piano spiegare ai bambini cosa c’è e cosa ci si può trovare, esattamente come si fa quando si insegna a fare le cose in autonomia, ma non senza controllo.

Poi, bisognerebbe anche dare il buon esempio nei tempi di utilizzo: talvolta gli adulti sono i primi ad essere dipendenti dai social, ad essere vittime di questo narcisismo esasperato che toglie tempo alle relazioni, a quel che davvero conta. E’ difficile insegnare ai più giovani a non utilizzare troppo il web quando siamo i primi a farlo. Forse trovare modi alternativi per trascorrere il tempo nel mondo reale potrebbe essere un lavoro da fare insieme, con l’interazione delle vecchie e nuove generazioni. Talvolta il web è la risposta “pigra” a qualche bisogno, è il modo più facile per far passare il tempo… eppure non c’è migliore soluzione della relazione. Di questo si nutre ogni uomo, di qualsiasi età. Stare insieme, divertirsi, ascoltarsi, è quello che desidera ogni bambino (e anche ogni adulto).

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