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Covid-19, oltre 12 mila nuovi casi e 448 morti

Il virus presente in Italia già a dicembre 2019 in una donna con la dermatosi, potrebbe essere lei il “paziente uno”

I dati del bollettino di oggi 11 gennaio: 12.532 nuovi casi e 448 morti. Meno contagi con meno tamponi (succede sempre a inizio settimana). Il tasso di positività sale al 13,7%. Stando ai dati forniti ieri sera, i cittadini vaccinati sono oltre 643 mila e domani arriveranno le prime dosi del siero moderna: saranno 47mila le dosi in consegna. Lo stock giungerà a Roma e sarà portato all’Istituto Superiore di Sanità, per poi essere distribuito a livello locale.

Le parole del ministro Speranza

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, interviene sul calendario vaccinale: in questa prima fase – ricorda – siamo noi a selezionare le categorie da vaccinare: medici, residenti delle Rsa. Poi partiremo con le persone che hanno più di 80 anni e andremo a scendere. Saranno le strutture del Servizio sanitario nazionale a chiamare le persone da vaccinare, ma ancora si tratta di poche categorie selezionate. La vaccinazione di massa – ha sottolineato Speranza – partirà più avanti, quando avremo a disposizione più vaccini”.

A Milano la nuova “paziente uno”

Intanto si scopre che il coronavirus circolava a Milano già nel novembre del 2019 in una donna con dermatosi. La ragazza di 25 anni soffriva di orticaria sulle braccia e lamentava solo un leggero mal di gola: le patologie cutanee sono presenti in circa il 5-10% dei pazienti affetti da infezione da Covid-19 e a volte sono l’unico sintomo.

A causa della biopsia di una paziente affetta da orticaria sulle braccia si è infatti scoperto che il virus circolava a Milano già nel novembre del 2019, prima dell’individuazione del “paziente uno” i Codogno, Mattia Maestri, il 20 febbraio 2020. 

Gli altri studi sul Covid-19

Questa scoperta si somma a quella dei mesi scorsi che aveva rilevato la presenza del coronavirus nelle acque reflue del Nord Italia a dicembre 2019, quello dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano che aveva trovato gli anticorpi al virus nei pazienti di uno screening per il tumore del polmone tra settembre 2019 e marzo 2020, e quello del bambino milanese positivo a un test fatto all’inizio del dicembre 2019. Il bambino era stato accompagnato in Pronto soccorso a Milano il 30 novembre con sintomi respiratori e vomito, che duravano da più di una settimana. Il giorno dopo sono comparse macchie sulla pelle simili a quelle del morbillo, ma in realtà il piccolo soffriva di un’altra malattia: il coronavirus che è stato scoperto solo successivamente, grazie a ulteriori indagini.

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