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Un dato Censis allarma la sensibilità cattolica: metà degli italiani è favorevole alla pena di morte

Sos esasperazione sociale. Il rapporto del Centro Studi Investimenti Sociali rileva un drammatico aumento della povertà e l'affiorare di sentimenti collettivi preoccupanti. Un italiano su due chiede la reintroduzione della pena di morte

Un italiano su due chiede la reintroduzione della pena di morte. La situazione sociale dell’Italia allarma la sensibilità cattolica. Sos esasperazione sociale. Il rapporto del Centro Studi Investimenti Sociali (Censis) rileva un drammatico aumento della povertà. E l’affiorare di sentimenti collettivi preoccupantipena

Pena di morte e nuove povertà

Dall’ultimo rapporto Censis emerge una società in cui il clima di incertezza e paura legato alla pandemia spinge il 40% degli italiani a considerare un’azzardo avviare un’impresa dopo l’epidemia. E fa riaffiorare l’idea di giustificare la pena di morte (quasi la metà degli italiani la reintrodurrebbe). “Il timore è che questi difetti possano ripresentarsi domani più gravi di prima se non interverremo in maniera energica”, osserva il direttore generale del Censis, Massimiliano Valerii.pena

Luce indispensabile

La strada, indica il Censis, parte dal sistema fiscale. Per arrivare al ridisegno del sistema fiscale. Fino alle questioni territoriali. “La sfida è che la classe dirigente ritrovi la forza e il coraggio di mettere mano ai problemi del Paese“, osserva il segretario generale, Giorgio De Rita. E soprattutto serve chiarezza, indica il presidente del Cnel, Tiziano Treu, “luce indispensabile per aiutare il disorientamento”. Il sistema Italia avanza a fatica, arranca tra pesanti tonfi e tentennamenti. Mai lo si era visto così bene come durante questo anno eccezionale. L’epidemia, infatti, ha squarciato il velo sulle vulnerabilità strutturali del nostro paese.

Sussidi

Adesso il rischio è che, una volta che ci saremo lasciati alle spalle il virus, questi difetti si ripresentino domani più gravi se non si interviene ora in maniera energica. La pandemia, inoltre, ha anche portato il 37% degli italiani ad utilizzare molto meno di prima i mezzi pubblici. E’ una società in cui si è radicata la “bonus economy“. Una mole di sussidi per 26 miliardi a oltre 14 milioni di beneficiari (quasi 2 mila euro a testa ad un quarto della popolazione). Una società che nel 2020 ha preferito spostarsi nelle seconde case piuttosto che viaggiare. E si è riscoperta sempre più digitale.

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