“Eravamo giovani normalissimi alla ricerca della realizzazione dei propri sogni, ci davamo un gran da fare. Io giocavo a calcio in serie D. La mia fidanzata era impegnata nel suo lavoro. Eravamo una coppia di ragazzi normali che si impegnavano per realizzarsi nella vita, ma che allo stesso tempo vivevano anche molto di apparire. Davamo tanta importanza alla parte esteriore di noi e al giudizio degli altri. Tante cose le facevamo più per piacere agli altri che per piacere a noi stessi. Mia moglie era molto legata alla moda, all’abbigliamento, eravamo catapultati in questo mondo ed avevamo indossato una sorta di maschera. Da ragazzi studiosi che eravamo, abbiamo vissuto anche in modo passivo, lasciandoci adulare da ciò che in realtà importante non era. Avevamo però un senso di vuoto e insoddisfazione all’interno. Avevamo perso il senso dell’orientamento. Ci amavamo, ma era un amore malato, forse non avevamo compreso a pieno il senso dello stare insieme. Eravano all’inizio del 2000, circolava tanta droga ad Ariano Irpino e in troppi facevamo anche uso di sostanza stupefacenti. C’era un buco nero, un silenzio quasi assordante che non avevamo il coraggio di ascoltare e di decifrare, ma che che alla fine abbiamo avuto la capacità di ascoltare. É successo tramite un annuncio che ci ha fatto percepire la presenza concreta di Dio. Quell’annuncio ha rappresentato la rivoluzione”. Ad Alessandro trema ancora la voce mentre inizia a raccontare la sua storia. Una storia che ha del magico, oggi infatti Alessandro Macchionne con sua moglie Serena ha formato una bellissima famiglia, sono felicemente sposati ed hanno tre bambini.
“Tutto è cominciato con una missione francescana ad Ariano. Era il 2006 e 100 missionari francescani, per lo più laici ma anche giovani missionari avevano organizzato quest’incontro nel paese in cui abitavamo. Fu organizzato tutto dal Vescovo D’Alise, che solo pochi mesi fa, ci ha lasciati dopo aver contratto il Covid. Mi sentii un po’ come San Paolo quando cadde da cavallo, mi sentì rivoltato come un calzino. Fu in quel momento che Dio fece luce su tanti lati oscuri. É stata come un’esperienza di libertà. Quello che stavo cercando da anni era lì. La parola di Dio mi ha fatto capire che dovevo ripartire da me stesso“.
Cosa posso fare per ringraziare il Signore?
“Serena ed io dopo 9 anni di fidanzamento ci sposammo. Era il 2011 e decidemmo di voler aiutare chi si trovava in un momento di smarrimento, un po’ come era successo a noi. Nasce così il “Germoglio di Iesse Onlus”. Avevamo già cominciato a lavorare a questo progetto da qualche anno. Il Germoglio prende vita dal desiderio di una giovane coppia di sposi, che dopo la consacrazione a Dio in matrimonio, hanno deciso, insieme ad altri fratelli nello Spirito, di essere comunità per imparare a camminare nella santità, a pregare e ad amare, a conoscere Dio e ad accogliere il prossimo. La Comunità cerca di essere il vero popolo di Dio, come le prime comunità cristiane, che aspira alla vita Trinitaria e si situa nel cuore della Chiesa per essere l’amore”.
Il senso di comunità
“La nostra Comunità nasce da un profondo bisogno, sentito fin dagli inizi del cristianesimo: quello di vivere il Santo Vangelo. Vivendo la Parola nasce una rivoluzione cristiana, che muta tutti i rapporti umani, nel senso che la gente dispersa diventa popolo, comunità e porzione di Chiesa viva. Vogliamo essere una vera famiglia che fa sperimentare il suo calore a chi non ne ha mai avuta una, e allo stesso tempo aiutare chi ce l’ha ad apprezzarne il senso profondo e la bellezza del vivere in armonia radicati in Gesù. Prima di ogni iniziativa, di ogni gesto e di ogni parola, la nostra Comunità è chiamata a costruire fattivamente la comunione ecclesiale. Vogliamo servire la Chiesa e vogliamo contribuire a creare in essa, soprattutto in quella diocesana un clima di reciproca accoglienza e di gioiosa fraternità”.
“Noi testimoni di Gesù in terra”
“Ci impegniamo nel testimoniare che Gesù è risorto ed è Via, Verità e Vita. Porgiamo, quindi, una grande attenzione alla carità verso ogni persona che incontriamo, perché in ogni uomo scorgiamo la presenza di Gesù. La comunità, inoltre promuove la spiritualità di coppia, vuole essere di aiuto e servizio alle coppie di sposi (e fidanzati) perché riscoprano l’importanza del sacramento del matrimonio, la coscienza della loro vocazione matrimoniale e la bellezza dell’Amore, grazie a un cammino di vita interiore e agli esercizi spirituali; e l’attivazione di strumenti pratici come il dialogo e la preghiera di coppia”.
Il focus dell’amore nell’Associazione
“La Comunità Il Germoglio di Iesse Onlus intende porre la sua attenzione all’uomo e alle realtà di emarginazione sociale, con particolare riguardo al mondo giovanile, proponendo degli apporti a favore di persone in situazioni di problematiche sociali, criminalità,difficoltà morali, abbandono e solitudine. Lavoriamo con persone che hanno problemi di dipendenza e anche con detenuti che di mattina vengono da noi e la sera tornano in carcere. Abbiamo dato vita ad un semplice Centro Ascolto che aveva l’intento di accogliere tutti coloro che avevano smarrito il senso dell’esistenza e che desideravano tornare a vivere. E’ iniziata così la nostra missione alla ricerca di giovani un po’ sbandati, schiavi di dipendenze quali droghe, alcool, sesso“.
Superare il momento di difficoltà riconoscendosi poveri e fragili
“Il danno più grande della “vita malata” è doversi dimostrare sempre perfetti e al top perché la società così vuole. Bisogna ritrovare la serenità con se stessi, senza avere paura di dover dimostrare i propri limiti e le proprie fragilità. Bisogna sentirsi amati per quel che siamo. Non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, noi andiamo bene così come siamo e dobbiamo benedire le nostre caratteristiche. Poi nel momento in cui conosco il mio limite, bisogna anche imparare a chiedere aiuto ad un parroco o ad uno specialista per chiedere conforto e consiglio. La motivazione è fondamentale, bisogna trovare la motivazione dentro di se per far si che scatti la molla che ci porta verso il cambiamento”.