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Lino Banfi ricorda il presidente Unicef, Francesco Samengo

A raccontare a In Terris la figura di Francesco Samengo, presidente Unicef Italia, è un amico di lunga data: Lino Banfi

Francesco Samengo era un grande uomo, non si dava affatto le arie da ‘presidente’. Era sempre molto disponibile: aveva parole buone per tutti! E’ stato davvero un bel presidente”.

A raccontare a In Terris la figura di Francesco Samengo, presidente Unicef Italia, scomparso lo scorso 9 novembre per le complicazioni di una polmonite dovuta al Covid è, con grande commozione, un amico di lunga data: Lino Banfi.

Banfi, nome d’arte di Pasquale Zagaria, è un famoso attore comico e drammatico, “padre” di personaggi iconici e indimenticabili, primo fra tutti nonno Libero della fortunata fiction televisiva “Un medico in famiglia”.

Nonni d’Italia

E proprio l’affetto verso tutti i nonni (e i nipoti) d’Italia legava Banfi e Samengo, entrambi nonni: il primo di Virginia e Pietro; il secondo di Francesco junior.

“I nonni sono presenze su cui ogni bambino o nipote dovrebbe poter contare. Ci ricordano le sfide, i momenti felici e quelli difficili che fanno la storia di una famiglia. I nonni sono la nostra memoria e come nonno – dichiarava lo scorso anno il Presidente dell’Unicef nel lanciare l’iniziativa “festa dei nonni” – vogliamo celebrarli in una festa che riunisca insieme tutte le generazioni”.

Samengo: da volontario a presidente

“Francesco – racconta Lino Banfi – non faceva mai pesare l’essere il presidente di Unicef. Era invece affascinato dal fatto che io piacessi a tre generazioni diverse. Mi diceva: ‘Tu stai per abbracciare quattro generazioni‘ (sono del 1936, ho la stessa età del Papa!) e questo fa bene sia a te, sia a Unicef’. Era davvero molto affabile con tutti, dai volontari ai colleghi. Lui stesso aveva cominciato, tanti anni fa, proprio da volontario”.

“Eravamo – prosegue Banfi nel suo amarcord – molto amici anche fuori dagli impegni con Unicef. E, quando ci sentivamo al telefono, mi diceva sempre: ‘Pronto? Parlo con Nonno Ciccio 1?’. Perché lui era Nonno Ciccio 2 e io Nonno Ciccio 1!”.

Ambasciatore Unicef

“Aveva stima della mia decennale carriera, iniziata da ragazzino mentre studiavo in seminario, e del mio impegno in Unicef. Una volta disse di me: ‘Banfi non è UNO degli ambasciatori Unicef. Lui E’ l’ambasciatore Unicef”, riferendosi ai tanti viaggi che ho fatto all’estero. Non più giovanissimo, mi sono  infatti avventurato in missioni in Africa e in Europa, per vedere con i miei occhi come lavorano in Unicef. Sono stato anche in zone abbastanza pericolose, come in Angola, e due o tre volte in Eritrea”.

Coronavirus e anziani

“Con lui ne parlavo spesso, ricordando quei posti. Ultimamente, invece, parlavamo sempre di nonni, di anziani e di covid. Quella stessa maledetta malattia che l’ha portato via. Mai avrei pensato che se ne sarebbe andato proprio per colpa di questo maledetto virus che ha sempre combattuto in prima linea attraverso tante iniziative di solidarietà“.

Una grande voglia di vivere

“Quando ho saputo della sua morte, ne sono rimasto molto addolorato e stupito. Sapevo che aveva una broncopolmonite ma tutti pensavamo che si sarebbe ripreso. Invece, è peggiorato ed è stato ricoverato allo Spallanzani. Ma aveva una tempra fortissima e una grande voglia di vivere. Anzi, il giorno prima che morisse, una sua collaboratrice mi disse che la febbre si stava abbassando. Eravamo dunque tutti fiduciosi. Invece poi improvvisamente ci ha lasciati. E’ stato un dolore molto forte per chi, come me, lo conosceva da anni”.

Gusci d’uovo

“Ricordo – prosegue Banfi – una manifestazione che abbiamo fatto il 31 marzo del 2019 a Roma, in Piazza del Popolo. Io ero testimonial dell’Orchidea, un’iniziativa a sostegno della campagna `Ogni bambino è vita´, per salvare i bambini colpiti da malnutrizione”.

Lino Banfi e il dott. Francesco Samengo durante un’iniziativa Unicef Italia a Piazza del Popolo, a Roma

“Dopo i banchetti, quel giorno ci siamo incontrati a pranzo con Vincenzo Spadafora [attuale ministro per le politiche giovanili e lo sport, ndr]. Vincenzo che è stato presidente Unicef dal 2008 al 2011, fino alla nomina a Garante Nazionale dell’Infanzia. E’ una persona ancora attaccatissima a Unicef. Quel giorno abbiamo ricordato tutti e tre insieme i vari viaggi all’estero, le cose che abbiamo imparato vedendo situazioni di estrema povertà difficili anche solo da immaginare”.

“Raccontai loro di quando vidi in Angola una suora che lavava, con un po’ d’acqua, una montagna di gusci d’uovo sporchi. Lei mi spiegò che, dopo il lavaggio, le tritavano e ne facevano una polvere, tipo farina. Poi, ci aggiungevano un po’ di latte condensato, un po’ di acqua, un po’ di zucchero e formavano il primo alimento per bambini denutriti, il più simile possibile – vista la situazione – al latte materno”.

“Gusci d’uovo – dicevo con Francesco Samengo – che noi del ricco Occidente buttiamo nell’immondizia senza pensieri perché non se ne conosce l’utilizzo nei Paesi poveri”.

TOPSHOT – Afghan children walk to school on the outskirts of Herat on October 10, 2016. / AFP / AREF KARIMI (Photo credit should read AREF KARIMI/AFP/Getty Images)

“Grazie Francesco!”

“Ora Unicef Italia dovrà imboccare una strada nuova, senza Francesco, e non sarà una cosa facile, perché lui è stato davvero un buon Presidente! In tanti anni in Unicef, ho conosciuto diversi presidenti, almeno cinque o sei. Con lui avevo proprio un bel rapporto e mi mancherà molto. La grande famiglia di Unicef troverà la forza di proseguire anche grazie al suo esempio e alla sua dedizione”.

“Da parte mia – conclude Lino Banfi – posso dire che, come ambasciatore Senior, sono sempre disponibile per Unicef, perché Unicef è una cosa seria. Grazie Francesco per avercelo dimostrato con la tua vita!”.

Qui sotto, il video di “nonno Libero & nonno Ciccio”, alias Lino Banfi e Francesco Samengo, presidente dell’UNICEF Italia, protagonisti del promo per la Festa dei Nonni (e dei nipoti) 2019.

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