Sos fame: corsa contro il tempo per soccorrere i nuovi poveri. Nella seconda ondata della pandemia si aggrava l’emergenza alimentare, come spiega a Interris.it il vicepresidente dell’associazione benefica Pane Quotidiano, Luigi Rossi. L’allarme, sottolinea Rossi, “in buona sostanza riguarda persone che già faticavano ad arrivare a fine mese e che ben presto non ci arriveranno di sicuro”.
Sos nuovi poveri
Tra i nuovi poveri anche tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi. Persone impossibilitate per la prima volta in vita loro a fare fronte alle spese più urgenti. E cioè affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività.Quali sono le principali esigenze alimentari nella seconda ondata della pandemia?
“Le esigenze alimentari in questa seconda ondata della pandemia non sono variate rispetto a quella precedente. Le persone che si mettono in fila accettano di buon grado quello che riusciamo a donare in funzione di ciò che, a nostra volta, riusciamo a reperire presso i nostri fornitori e donatori”.Ora che è esplosa la fase più acuta dell’emergenza come è cambiato il vostro intervento?
“Quando siamo riusciti a riaprire i nostri due centri dopo il primo lockdown abbiamo apportato delle variazioni nella distribuzione di generi alimentari. Prima dell’esplosione della pandemia erano presenti delle postazioni allestite ad hoc e governate dai nostri volontari che inserivano i singoli alimenti nelle borse degli ospiti”.Poi?
“Successivamente, con l’intento di smaltire velocemente le code di persone in attesa onde evitare potenziali e pericolosi assembramenti, abbiamo predisposto dei sacchetti già confezionati contenenti la razione alimentare al fine di rendere più fluido il processo della distribuzione”.Quali sono le fasce più esposte all’impoverimento causato dalla pandemia?
“Presumiamo di annoverare nel prossimo futuro ‘nuovi poveri’ tra i quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, persone che hanno perso il posto di lavoro a causa della pandemia. Piuttosto che cassaintegrati che percepiranno uno stipendio ridotto in attesa della completa reintegrazione sul posto di lavoro”.
Come cambia la crisi sociale man mano che si aggrava l’emergenza sanitaria?
“La “nuova crisi” sociale ritengo che coinvolgerà molte più persone rispetto a quelle coinvolte durante le crisi economiche vissute nel recente passato. Oltre a lavoratori dipendenti saranno probabilmente coinvolte anche altre categorie, tra le quali piccoli imprenditori. Artigiani, commercianti e possessori di partita iva. Una crisi che potrebbe dilagare a macchia d’olio in funzione delle inevitabili restrizioni che saranno adottate (sulle quali nulla quaestio) se questa pandemia non sarà circoscritta e risolta a stretto giro”.