Un cellulare e un trasmettitore nascosti tra gli indumenti e sotto la parrucca. Era questa la modalità con cui un cittadino di origini cinesi riceveva le risposte per conseguire con esito positivo l’esame della patente; a suggerirgli le risposte una persona all’esterno della motorizzazione.
E’ da questo episodio, scoperto dalla polizia stradale, che nel 2018 ha preso il via l’operazione battezzata “via della seta”, coordinata dal pm Elisa Buffa della Procura di Torino, che si è avvalsa della collaborazione della Motorizzazione civile.
Le indagini
In questo modo la polizia ha scoperto a Torino due organizzazioni criminali che aiutavano cittadini di origini cinesi, senza nessuna conoscenza della lingua italiana e delle norme del Codice civile della strada, a superare con esito positivo l’esame per la patente di guida. Nove persone destinatarie di misure cautelari, due delle quali in carcere: è questo il bilancio della complessa operazione.
Il modus operandi
Dalle intercettazioni telefoniche gli inquirenti hanno scoperto che il servizio offerto fruttava sino a 7.000 euro a patente, che poteva riguardare la sola prova teorica o, come emerso nel corso delle indagini, anche quella pratica. Nove le persone coinvolte: 7 di nazionalità cinese, un peruviano e un italiano, tutti residenti a Torino. quali appartenenti a vario titolo a due distinte associazioni. Nell’ottobre 2019 vennero denunciate 63 persone, ritenute responsabili di aver truccato 55 esami. Nel giugno 2020 altri 45 cittadini cinesi coinvolti in altrettanti episodi illeciti. Molte le perquisizioni eseguite negli ultimi giorni in varie località, in particolare a Vasto (CH), dove il capo di una delle due organizzazioni, destinatario di una misura in carcere, pur avendo mantenuto la residenza a Torino, aveva trasferito i propri affari. Una cinquantina i decreti di sequestro a carico di quelle patenti che si è accertato essere state ottenute in maniera illecita.