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Covid, Locatelli (Cts) sui vaccini: “I primi partiranno in primavera”

il presidente del Consiglio superiore di Sanità a Radio InBlu: "Prime vaccinazioni per le persone fragili, le forze dell'ordine e gli operatori sanitari"

Preso atto delle nuove misure anti-contagio stabilite dal governo e in piena fase di dibattito sulla loro portata, il Comitato tecnico scientifico prova a far luce sulla questione vaccino. Quello che gli esperti ritengono l’unico vero deterrente contro la pandemia da coronavirus. Nei giorni scorsi aveva fatto notizia lo stop della Johnson&Johnson, che aveva stoppato la sperimentazione dopo che un paziente si era ammalato improvvisamente. Ma la società americana non è che una delle tante realtà che hanno messo scienziati e medici al lavoro per trovare in tempi congrui una panacea al Covid-19. E, secondo il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, “si sta facendo un grande sforzo internazionale sui vaccini”. Tanto che, “realisticamente”, il componente del Cts ritiene che “potremmo far partire le vaccinazioni per le persone fragili, le forze dell’ordine, gli operatori sanitari nei primi mesi della prossima primavera”.

Locatelli sui tamponi

Dichiarazioni che Locatelli ha rilasciato in un’intervista a InBlu Radio, con l’obiettivo di tracciare un quadro più preciso sulle aspettative vaccinali. Inoltre, sottolinea che “il lavoro di Arcuri sui tamponi è formidabile. Negli ultimi giorni di tamponi molecolari siamo arrivati a oltre 150 mila. E l’ Italia è uno dei Paesi che fa più tamponi al mondo. In questo momento c’è anche la disponibilità dei test rapidi antigenici. Però più che di numeri parlerei di strategie perché diventerebbe una corsa che andrebbe ad autosostenersi e sposterebbe l’asticella sempre più in alto”. Resta però una differenza fra il singolo test e il sistema strategico che porto a compiere i tamponi. Su questo, però, una soluzione ci sarebbe: “Dobbiamo rendere più efficienti i percorsi e soprattutto diamo un ruolo importante ai medici di medicina generale”.

Quadro differente

Il componente del Comitato tecnico scientifico ha concluso spiegando che sussistono differenze rispetto alla fase più dura della pandemia. Invitando a non sottovalutare la recrudescenza del Covid-19 ma anche a prendere coscienza del quadro differente rispetto ai mesi scorsi. “La situazione attuale – ha detto – è ben diversa rispetto a quella di marzo dove il carico di patologia che gravava era significativamente maggiore rispetto ad oggi. Basta andare a vedere il numero delle terapie intensive e delle persone che hanno perso la vita. Certamente c’è stata un’accelerazione importante del numero dei contagiati ma ci sono significative differenze“.

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