“Le ho iniettato io l’eroina, una dose da 20 euro a metà” è la storia della morte di Maria Chiara, appena 18enne ed anche la fotografia che talvolta noi adulti non vogliamo vedere dei nostri ragazzi. Forse perchè ci sembrano sempre un po’ bambini, perchè fatichiamo a vederli adulti, perchè capire quello che fanno fuori casa può metterci difronte ad uno specchio che non ci piace. Non lo so, ognuno avrà le sue motivazioni e nessuno vuole giudicare. Ma qualche riflessione va pur fatta di fronte all’ennesimo fatto di cronaca che ci strappa un’altra ragazza che non diventerà mai donna, adulta.
Stando a quel che sappiamo, le indagini poi faranno il loro corso, Francesco e Maria Chiara sono fidanzati; lui usa sostanze, lei le vuole provare: “L’ha voluto fare e io l’ho assecondata. Se non lo faceva con me l’avrebbe fatto con qualcun altro”. Sono le parole del ragazzo che ha fornito la sua versione dei fatti rilasciando un’intervista a “La Repubblica”. Ora in questo racconto c’è un non detto che fa apparire tutto piuttosto normale: lei lo voleva, l’avrebbe comunque fatto e allora l’abbiamo fatto insieme. Non c’è alcuna percezione del disvalore, della gravità del gesto. Vince ancora una volta quel maledetto “perchè no?”. Eppure non trovare un motivo per non fare una cosa, non vuol dire che valga la pena farla. I giovani dovrebbero essere pieni di motivi per vivere, di passioni da seguire e coltivare! Dovrebbero avere solo dei “perchè sì”.
Ed invece droga, alcol, omicidi mossi dall’invidia quante storie come queste dovremmo ancora leggere per capire che c’è qualcosa che non va? Non si tratta di distribuire colpe, anzi facciamo un passo avanti perchè trovare colpevoli non cambierà le cose. Pensiamo piuttosto a come cambiare e migliorare il mondo in cui crescono i nostri ragazzi. Quel mondo siamo anche noi, non è un qualcosa di astratto e di altro. Noi possiamo cambiarlo. In peggio o in meglio.
Non parliamo dei giovani senza i giovani, non condanniamoli né assolviamoli senza averli ascoltati, ma soprattutto pensiamo a noi, all’esempio che diamo loro, alla coerenza con cui insegniamo loro i valori, le regole. Iniziamo noi ad essere consapevoli del nostro ruolo nella società, ad essere adulti. Non lasciamo più che le cose siano, ma agiamo per cambiarle, per dare loro la forma e il colore del mondo che sogniamo. C’è una vita per la quale vale la pena dire no alla droga, all’alcol, al nichilismo, al “tanto è uguale”. Non è tutto uguale, la differenza siamo proprio noi.