Si è intascato 400mila euro il finto commercialista, residente a Pordenone. Ha truffato ben 25 clienti ed oggi è indagato dalla Guardia di Finanza per esercizio abusivo della professione, falso e appropriazione indebita dopo aver svolto per anni l’attività di commercialista senza averne i titoli.
Nell’inchiesta sono stati denunciati anche due imprenditori per i reati di emissione e utilizzo di fatture false. L’uomo certificava il titolo di commercialista attraverso un «centro elaborazione dati» che, però, era abilitato per la mera trasmissione delle dichiarazioni fiscali.
Il mancato versamento delle imposte
“In relazione ai debiti tributari originati dal mancato versamento delle imposte da parte del “falso commercialista”, le obbligazioni verso l’Amministrazione Finanziaria, originate per i contribuenti che si avvalgono dell’assistenza di un professionista, devono comunque essere onorate dagli obbligati che, in caso di loro inconsapevolezza delle irregolarità perpetrate, possono essere ridotte delle sole sanzioni applicabili”.
Per «coprire» gli omessi versamenti modificava le attestazioni di avvenuto pagamento all’Erario (che consegnava ai clienti) certificando, in particolare, inesistenti compensazioni dalle quali apparentemente non si rilevavano debiti erariali. Il raggiro è emerso quando il Fisco ha notificato le cartelle esattoriali ai clienti per gli omessi versamenti di imposta.
I problemi degli assistiti del falso commercialista
Lo ha ricordato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Pordenone, colonnello Stefano Commentucci. “Gli assistiti del ‘falso commercialista’ – puntualizza – difficilmente potranno essere dispensati dal pagamento delle imposte dovute all’Erario. Per rientrare in queste l’unica via percorribile potrà, quindi, essere un’azione legale risarcitoria nei confronti dello stesso”.
L’orientamento giurisprudenziale
“L’attuale quadro normativo prevede che l’obbligo di presentazione della dichiarazione e del versamento delle imposte dovute non si esaurisce con il semplice affidamento delle relative incombenze a un professionista. Necessita, anzi, di un’attività di vigilanza e controllo sulla loro effettiva esecuzione da parte del contribuente cui le obbligazioni si riferiscono – ammonisce Commentucci -. Ricade, quindi, sempre sul contribuente l’obbligo di porre il professionista nelle condizioni di poter operare in piena legittimità. Inoltre ricade su questo il compito di controllare che il suo operato avvenga in modo corretto e puntuale”. “Bisogna sempre verificare se il professionista cui affidare tali incombenze è un commercialista iscritto nell’apposito albo – conclude l’ufficiale -. Questo deve essere liberamente consultabile on-line sul portale dedicato, oppure un mero “consulente”. Si deve poter verificare di volta in volta, in relazione alle proprie esigenze e finalità, a chi richiedere le prestazioni professionali di cui si ha bisogno”.