Cara redazione di Interris.it sto seguendo attraverso i vostri articoli la vicenda del piccolo Gioele. Ho letto l’intervista alla criminologa, l’editoriale del fondatore del quotidiano don Aldo Buonaiuto e tutti gli aggiornamenti dei giornalisti, compreso quest’ultimo di Manuela Petrini dove purtroppo si capisce quanto sia ormai difficile trovare la verità di questo giallo. Ma perché? Perché tutto si è così complicato?
Questa domanda non riesco a togliermela dal testa! Il fatto di cronaca è già di per sé terribile e lascia senza parole. Ma a una storia cosi drammatica si aggiunge il tormento di indagini che faticano a trovare una direzione e che, peggio, sembrano essersi smarriti. Cosa c’è dietro? Semplice e colpevole noncuranza o doloso depistaggio?
Che cos’è la piramide di luce, quello strano rituale che si svolgeva in quei giorni? Ed ancora: le immagini del drone che identificavano già il corpo e che non sono state viste… Non so, non mi torna qualcosa in questa storia e non vorrei che fossero quelle cose che si preferiscono non raccontare… per fortuna un quotidiano impegnato come il vostro non demorde!
Giovanna F. (Roma)