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4 anni fa la visita di Francesco alle “donne crocifisse” e il “mea culpa” a nome di tutti i cristiani

Il 12 agosto 2016 Francesco incontra, a sorpresa, nell'ambito dei "venerdì della Misericordia", 20 "donne crocifisse" che sono state liberate dalla schiavitù del racket della prostituzione, ospiti a Roma della Comunità Papa Giovanni XXIII

Il successore di Pietro che serve da bere alla donne crocifisse e chiede scusa a nome di tutti i cristiani. Oggi sono esattamente quattro anni dalla storica giornata in cui Jorge Mario Bergoglio bussò a sorpresa alla porta di un luogo di salvezza e redenzione. Una casa protetta nella periferia romana accolse il Pontefice arrivato per incontrare venti vittime della tratta.  Ci sono date che restano impresse nella memoria collettiva. Incontri che cambiano per sempre il senso di un’esistenza. La fine del calvario per le donne crocifisse.

La voce delle donne crocifisse

“Se qualcuno ti dice che Cristo non è risorto, tu gli puoi dire che Cristo è risorto perché tu ne sei testimone”, disse il 12 agosto 2016 Francesco a Stefania. Stefania è una delle ragazze liberate dalla strada dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e ha raccontato al Papa la sua storia di sofferenze e soprusi. Accanto alle 20 ragazze incontrate dal Papa il 12 agosto 2016, c’era Don Aldo Buonaiuto, da trent’anni impegnato sulle strade per strappare le più indifese delle creature al racket della prostituzione coatta.
Don Aldo Buonaiuto consegna al presidente della Repubblica la prima copia del suo libro d’inchiesta “Donne crocifisse” (Rubbettino)

“Non possiamo tacere”

“Non possiamo tacere e, proprio a causa del silenzio generalizzato sul mercimonio coatto, mi risuonano ancora più forti quelle parole di perdono rivolte dal Papa a coloro che non hanno, a volte, neanche più la forza di sperare“, osserva don Buonaiuto, autore del libro d’inchiesta “Donne Crocefisse. La vergogna della tratta raccontata dalla strada” (Rubbettino).  Sono queste le preziose parole, pronunciate da papa Francesco il 12 agosto 2016 incontrando le ragazze sottratte al racket della prostituzione: “Io vi chiedo perdono per tutti i cristiani, i cattolici che hanno abusato di voi e anche perdono da parte mia di non aver pregato tanto per voi e per questa schiavitù“.

Una delle “donne crocifisse” vittime della tratta del mercimonio coatto

E il Papa ha proseguito: “vi chiedo perdono per una società che non capisce. Perdono per i governanti che se ne infischiano di questo. Per il Signore ognuna di voi è importante, per Dio ognuna di voi ha la faccia del suo Figlio sofferente, che ha sofferto sulla croce e voi avete sofferto sulla croce. Vi chiedo perdono per i credenti, i cristiani che vi hanno abusato e vi dico di guardare avanti. Guardate avanti, davanti a voi c’è l’orizzonte, la speranza. Il Signore vi ha fatto sentire quella parola, quella domanda ‘quanto soffri?’. Il Signore con questi fratelli e sorelle che lavorano vi ha aiutato. Grazie del coraggio che avete avuto. Grazie di guardare la vita con speranza e pregate per me perché io possa dire le cose giuste e dare le bastonate giuste. Grazie tante”.

Testimone di speranza

Racconta don Buonaiuto: “La sua visita ha felicemente scioccato queste figlie di Dio dimenticate da tutti ma non dal Santo Padre che le ha abbracciate e ascoltate con un’umanità tangibile. Bergoglio ha proprio scelto di fare visita in una nostra umile dimora nelle periferie di Roma, in quelle periferie dell’esistenza dove la persona è soltanto usata per soddisfare i propri perversi istinti e poi gettata ai bordi dei marciapiedi. È stata impressionante la sua capacità e il profondo desiderio di ascoltare i drammi di queste creature”. Anna dalla Moldavia ha raccontato piangendo l’orrore subito sulle strade, il suo essere venduta, violentata e torturata fino all’estremo; così Stefania che ha anche mostrato al Papa le cicatrici impresse nel suo corpo con le orecchie tagliate dai magnaccia. Gloria e Kate provenienti dalla Nigeria hanno sottolineato il calvario della tratta a partire dal viaggio passando per i deserti, la mancanza di cibo, la costrizione di doversi bere l’urina per mancanza di acqua, il desiderio di morire per farla finita.

Commozione per le donne crocefisse

Prosegue don Buonaiuto: “C’è stata poi la commovente storia dell’ultima ragazza accolta proprio alla vigilia dell’arrivo del Pontefice, che accostandosi a Francesco ha raccontato il suo inferno”. Storie che hanno commosso e colpito nel profondo anche coloro che ogni giorno hanno scelto di mettere la propria vita accanto a quelle di queste donne invisibili. “Francesco tuona sempre contro questa piaga disumana ed è solo grazie a lui che qualche media si rende conto che il fenomeno esiste ed è più esteso di quello che si immagini- sottolinea don Buonaiuto-. Il Papa ha versato alle ragazze le bevande, le ha servite e abbracciate più volte commuovendosi. Sembrava volesse restare con noi ancora più tempo. Abbiamo cantato insieme e si vedeva che era a suo agio con i poveri e gli ultimi della terra. Sicuramente dal Cielo il nostro fondatore don Oreste Benzi avrà gioito immensamente. Penso che ci sia stata la sua regia perché poco prima della sua morte aveva detto che se avesse raggiunto il Paradiso, non si sarebbe fermato, tormentando anche gli angeli del cielo. E su questo non avevo dubbi“. Prosegue don Buonaiuto: “A volte mi chiedo (come ha fatto sempre con i potenti finché è stato in mezzo a noi) quanto don Oreste starà stressando, anche lassù, angeli e santi affinché ci sia attenzione per l’uomo più debole. Poi arriva Papa Francesco, con un linguaggio tanto simile a quello di don Oreste. E riesci a vedere nelle docili carezze che ha rivolto alle donne schiavizzate come il Cielo e la terra si uniscano per liberarle“.

 

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