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Arrestato il figlio del boss Tano Badalamenti, ecco dove si nascondeva

Leonardo Badalamenti, è il secondogenito di don Tano, il boss che negli anni settanta è stato riconosciuto come mandante dell'omicidio di Peppino Impastato

Il figlio dello storico boss di Cosa nostra Tano Badalementi è stato arrestato dalla Dia a casa della madre a Castellamare del Golfo, in provincia di Trapani. L’arresto di Leonardo Badalamenti è stato eseguito in esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dall’autorità giudiziaria di San Paolo, in Brasile, per associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica.

L’arresto

Ad arrestare il figlio di don Tano sono stati gli uomini della Dia di Palermo coordinati dal Ii reparto ‘Investigazioni giudiziarie’ in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip) e la polizia brasiliana. In attesa dell’estradizione, Badalementi è stato trasferito nel carcere Pagliarelli di Palermo.

Leonardo Badalamenti, 60 anni, è il secondogenito di don Tano, il boss che negli anni settanta è stato a capo della cupola di Cosa Nostra e poi riconosciuto come mandante dell’omicidio di Peppino Impastato.

Don Tano Badalamenti

Gaetano Badalamenti, soprannominato don Tano (Cinisi, 14 settembre 1923 – Ayer, 29 aprile 2004), è stato un mafioso italiano, legato a Cosa nostra. Fu il capo della cosca mafiosa di Cinisi in provincia di Palermo e ha diretto la “Commissione” dal 1974 al 1978.

Nel 1987 fu condannato negli Stati Uniti a 45 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della cosiddetta “Pizza connection“, un traffico di droga del valore di 1,65 miliardi di dollari che, dal 1975 al 1984, aveva utilizzato pizzerie come punto di distribuzione. All’indagine collaborarono a più riprese anche alcuni appartenenti alla magistratura italiana, tra i quali vanno ricordati in particolar modo i magistrati Giovanni Falcone e Gioacchino Natoli, già membri del pool antimafia a Palermo.

Badalamenti è stato inoltre condannato all’ergastolo per aver ordinato l’omicidio di Giuseppe Impastato, attivista di Democrazia Proletaria che attraverso il suo programma radiofonico, Radio Aut, aveva denunciato le attività illecite del boss.

Le attività di Leonardo in Brasile

Per l’autorità brasiliana Leonardo – che andava in giro con un’identità falsa, quella dell’uomo d’affari brasiliano Carlos Massetti e che aveva registrato in quel paese la nascita del suo primo figlio chiamandolo come il nonno, Gaetano – era latitante dal 2017 in seguito all’emissione da parte dell’autorità giudiziaria di Barra Funda di un ordine di arresto.

In Brasile, tra l’altro, era già stato arrestato nel 2009: quella volta – scrive Ansa – fu il Ros dei Carabinieri a mettergli le manette nell’ambito di un’operazione che portò all’arresto di altre 19 persone accusate, in concorso, di associazione mafiosa, corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori.

Le altre indagini carioca

Su di lui c’erano anche una serie di indagini da parte delle autorità brasiliane. E’ stato indagato perché, secondo gli inquirenti, era a capo di un’organizzazione criminale impegnata tra il 2003 e il 2004 a negoziare titoli di debito pubblico emessi dal Venezuela attraverso l’intermediazione di un funzionario corrotto del Banco centrale. Titoli che servivano per garantire l’apertura di linee di credito in istituti bancari esteri.

E’ stato anche accusato di aver tentato una truffa ai danni delle filiali della Hong Kong Shanghai Bank, della Lehman Brothers e dell’Hsbc per un importo di diverse centinaia di milioni di dollari. Oggi l’arresto in Italia, presto l’estradizione del boss in Brasile.

 

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