Da alcuni mesi la viabilità attorno ai porti liguri, i più importanti del nostro Paese, è semi paralizzata grazie all’incoscienza di chi per anni non ha fatto le manutenzioni straordinarie dovute in base alle concessioni firmate dai vari Governi e dall’incompetenza che sembra primeggiare in un Ministero, come quello dei Lavori Pubblici e dei Trasporti, che nel secolo scorso aveva creato le condizioni per il boom economico. Senza le autostrade e i trafori alpini la nostra Italia come avrebbe potuto esportare in Europa e nel mondo i prodotti di cui eravamo leader come le auto di piccola cilindrata, il tessile e gli elettrodomestici?
Una rete autostradale e centinaia di gallerie e viadotti costruiti negli anni 50-60 necessitavano di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria previsti dalle Concessioni firmate dai vari Governi. La tragica caduta del Ponte Morandi avrebbe dovuto far sorgere il dubbio che anche le autostrade che portavano al ponte fossero in condizioni critiche. Solo ieri, chissà perché non prima, l’Anac ha dichiarato invece che da trent’anni non si facevano le manutenzioni dovute. Alle responsabilità della Società Autostrade si sono aggiunte, e questo è grave perché la politica deve fare gli interessi del Paese, gli errori di Toninelli e i ritardi della attuale Ministra.
Caduto il Ponte Morandi si sarebbe dovuto affidare subito alla Avvocatura dello Stato l’analisi delle colpe della Soc. autostrade ma contemporaneamente il Ministero dei Trasporti, MIT, avrebbe dovuto far verificare subito lo stato di salute di gallerie, viadotti e quant’altro. Invece i controlli sono stati molto limitati e circoscritti. Il 26 novembre 2019 cadeva un altro viadotto sulla Autostrada Torino Savona (A6) e il 29 dicembre 2019 dal soffitto della Galleria Bertè sulla A26 cadevano 2 tonnellate di parete dal soffitto che per un miracolo non schiacciavano gli automobilisti in transito, a dimostrazione che chi in questi anni, anche dopo la caduta del Ponte Morandi, transitava su quelle autostrade era in condizione di gravissimo pericolo.
Dopo ripetute segnalazioni, anche di chi scrive, a aprile e maggio venivano aumentate le verifiche sulle infrastrutture e si scopriva che erano pericolose. Così si è deciso di far eseguire tutti i lavori insieme per non correre altri rischi. Ma in questo modo delle 7 corsie in andata verso la Liguria e le 7 corsie in ritorno Dalla Liguria ne funzionavano solo 3 in andata e ritorno, con chiusure nelle ore notturne. I 5000 tir che viaggiano verso i porti liguri e poi ritornano verso le aziende manifatturiere delle Regioni del Nord oltre al traffico locale e a quello dei vacanzieri ne stanno pagando le pesanti conseguenze.
Il Turismo già penalizzato dal lockdown è stato ulteriormente dimezzato dalle disdette di chi non voleva mettersi in viaggio in queste condizioni. Per le merci e per i passeggeri invece si sono raddoppiati i tempi di trasporti. Grazie alle proteste degli operatori logistici e del Presidente della Regione si è evitato la chiusura totale di due tratti autostradali ma comunque gli intasamenti, come avevo preannunciato, hanno purtroppo portato un grande operatore mondiale del trasporto merci, la COSCO, a spostare i traffici verso altri porti penalizzando ulteriormente i porti liguri e la logistica del Nord Ovest.
Questa vicenda sottolinea ancora una volta l’importanza della competenza tra le qualità di chi governa. Benedetto Croce diceva che il politico onesto è quello competente. Chi si candida a governare e non ha la competenza necessaria è disonesto perché fa male al Paese e al lavoro.