Niente previsioni ma un piano ben strutturato sì. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto a un evento online dell’Accademia dei Lincei, fa il punto dello scacchiere economico italiano a nemmeno 24 ore dal termine degli Stati Generali e, soprattutto, alle porte di una ripartenza che ora dovrà avvenire con programmi concreti. E allora, con tanto di citazione keynesiana, Visco chiama all’azione perché “questa incertezza non vuole dire che non dobbiamo fare niente” ma ragionare su una programmazione ben costruita per affrontare la crisi. Tenendo ben presente il lungo termine: “Lo stato di incertezza non consente di fare previsioni non dico accurate ma ragionevoli, procediamo per scenari possibili”.
Piano a lungo termine
Si parte dal Pil che, secondo il governatore di Bankitalia, registrerà una caduta nel 2020 attorno al 10% anche se, precisa, “può essere leggermente superiore o inferiore, dipende dall’evoluzione della pandemia nella seconda parte dell’anno”. Una deriva naturale considerando la “flessione drammatica del primo e soprattutto il secondo trimestre”. Il che, in sostanza, richiede una pianificazione che non abbia come orizzonte il solo breve termine ma che possa affrontare il tema della crescita tenendo presente “i fattori non economici legati alla pandemia”. Anche di natura geopolitica quindi, che inevitabilmente pesano sulle stime. E qui entrano i fondi europei che, spiega Visco, “andranno pagati, resterà su di noi il pagamento e per questo devono essere spesi bene, in infrastrutture e progetti utili” senza “perderli in rivoli”. Il nostro paese, spiega, “deve avere la capacità di spenderli“.
Riforma complessiva
Per questo secondo Visco non va bene un’assenza della burocrazia: “Si fa presto a dire semplificare”, ma è necessaria una pubblica amministrazione che sappia “rispondere alle esigenze” e una “giustizia più veloce“. E sul taglio dell’Iva riflette: “E’ una vecchia storia” ma attuale, il tema della “grande dimensione dell’evasione, dell’illegalità e della criminalità organizzata”. Questo “si trasforma in un carico fiscale molto pesante per chi le tasse le paga”. Quel che è certo, secondo il governatore, è che non basta una visione “imposta per imposta” ma “una riforma complessiva”.