Il 23 maggio di ventotto anni fa l’attentato dinamitardo che uccise il giudice Falcone, sua moglie e tre agenti della scorta. La politica italiana non poteva mancare questo appuntamento: la strage di Capaci così come quella di Via D’Amelio, dove a perdere la vita fu Paolo Borsellino due mesi dopo, fu il punto più basso della guerra della Mafia allo Stato. “Oggi l’arma delle mafie è il denaro. Non va sottovalutato il fenomeno della corruzione”, evidenzia su In Terris il magistrato Alfonso Sabella, già sostituto procuratore del pool Antimafia di Palermo.
La cerimonia
Le gigantografie di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono state srotolate ed esposte sulla facciata del ministero dell’Istruzione a Roma nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, il 23 maggio di 28 anni fa. Così hanno preso il via le cerimonie per ricordare l’anniversario, nell’iniziativa organizzata ogni anno dal ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone. A causa dell’emergenza coronavirus, quest’anno non ci sono state manifestazioni pubbliche. Il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, il questore di Palermo Renato Cortese, Maria Falcone, sorella del giudice e Tina Montinari, la vedova del caposcorta del giudice, il comandante provinciale dei carabinieri Arturo Guarino e il comandante provinciale della Guardia di finanza Antonio Quintavalle hanno deposto una corona sul luogo della strage di Capaci durante le commemorazioni per ricordare il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta. La fondazione intitolata al magistrato ha proposto di esporre un lenzuolo bianco ai balconi. Questa mattina è stata celebrata una messa nella chiesa di San Domenico, dove è sepolto Falcone, e alle 17.58 – ora della strage – si svolge un minuto di silenzio davanti all’albero Falcone, in via Notarbartolo, a Palermo.
Mattarella
“I mafiosi – ha detto in un video messaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai giovani delle scuole coinvolti nel progetto “La nave della legalità” – nel progettare l’assassinio dei due magistrati, non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società. Nella loro mentalità criminale, non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e di Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati, sarebbero sopravvissuti, rafforzandosi, oltre la loro morte: diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”.
Conte: “Le mafie si nutrono delle difficoltà dei cittadini”
“Le mafie si nutrono delle difficoltà dei cittadini. Per questo,di fronte alla pandemia,la risposta dello Stato deve essere forte, rapida,incisiva”. Così il premier Giuseppe Conte, ricordando la strage di Capaci. “Lo dobbiamo a Falcone, Morvillo, Schifani, Dicillo, Montinaro. A Borsellino, a tutti i magistrati, le forze dell’ordine e quanti facendo il loro dovere ci dimostrano che l’Italia è un grande Paese”, dice Conte. L’omicidio di Falcone “ha risvegliato le coscienze e gli italiani non si sono piegati”. In queste ore, il governo è alle prese con il dossier Autostrade e le divisioni nella maggioranza sulle riaperture e i concorsi degli insegnanti.
Fico: “La nostra storia è l’arma per sconfiggere la mafia”
“Come Paese dobbiamo essere coscienti della nostra storia per raggiungere l’obiettivo di sconfiggere la criminalità organizzata a tutti i livelli”. Lo ha detto – ripreso da Ansa – il presidente della Camera, Roberto Fico, a “Palermo chiama Italia”, su Rai Uno, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci. Quello della strage di Capaci fu “un giorno pieno di tristezza, di rabbia. Ho apprezzato e amato quel Paese che ha saputo rialzarsi, con dignità, con forza. Una Sicilia che ha voluto cambiare”, ha aggiunto Fico. “Io mi sento da quella parte – ha concluso – in quella parte dell’Italia che ha contribuito alla mia formazione e credo anche al fatto di essere oggi presidente della Camera”.
Casellati: “Vincere le mafie è difendere la società”
“Oggi è la giornata della legalità dedicata a due magistrati simbolo della lotta alla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La ferocia mafiosa che ha spento le loro vite ha colpito al cuore milioni di italiani. Falcone e Borsellino si erano caricati sulle spalle il peso di una battaglia enorme. Lo hanno fatto con una fede incrollabile nella giustizia. Celebrarne la memoria deve essere quindi l’occasione per ricordare che vincere le mafie significa soprattutto difendere la nostra società. Perché la mafia si prende gli spazi che lo Stato dimentica”. Così il presidente del Senato Elisabetta Casellati in un messaggio pubblicato sul sito del Senato. “Oggi, con l’emergenza economica in atto, con famiglie, imprese e cittadini in ginocchio – ha continuato il presidente – il rischio è che le mafie siano pronte a fare da banche alle imprese e da ufficio di collocamento per chi perde il lavoro. Questo non può accadere. Lo Stato faccia lo Stato. Faccia sentire ai cittadini che c’è, che li sostiene, che li aiuta e che la legalità è l’unica strada giusta per assicurare a tutti una vita veramente libera; libera dall’oppressione, libera dalla paura. Se Palermo chiama Italia, l’Italia c’è”.
Lamorgese: “Crisi liquidità terreno fertile per le mafie”
Le mafie “sfruttano ogni occasione utile, anche ora l’emergenza sanitaria per il Covid 19, perché le opportunità di investimenti opachi rappresentano da sempre la chiave d’accesso che apre la porta all’inquinamento dell’economia sana a favore di quella illegale. Oggi la crisi di liquidità e le difficoltà in cui versano le aziende e tante famiglie rappresentano il terreno di coltura ideale, ancora più fertile, sul quale le mafie si stanno muovendo per offrire, con rinnovata forza, aiuti, welfare, beni e servizi: per conquistare spazi di mercato ma anche acquisire consenso sociale”. Così la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, in un video messaggio postato sul sito del Viminale per l’anniversario della strage di Capaci. “Ai tempi della crisi generata dal Covid-19 – ricorda la ministra – le organizzazioni mafiose esercitano la loro pervasività attraverso l’usura, la rilevazione delle attività in crisi e l’intercettazione dell’enorme flusso di denaro pubblico, che poi porta anche ad alimentare fenomeni di corruzione e collusione e l’infiltrazione nel settore degli appalti. Ora più che mai, in questa situazione senza precedenti, lo Stato deve tenere alta la guardia. Le istituzioni e la società civile hanno tutti gli anticorpi necessari per impedire alla mafia di approfittare di questa gravissima emergenza”.
Di Maio: “Continueremo a onorare la memoria di Falcone”
“Oltre al giudice Falcone nella strage di Capaci furono uccisi anche la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ieri, oggi e domani, continueremo a batterci per onorare la loro memoria“. Lo scrive il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, pubblicando su Facebook una celebre intervista a Giovanni Falcone e citando le sue parole: “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo. Altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza”. “Sono le parole del giudice Giovanni Falcone, parole bellissime, profonde – aggiunge Di Maio -, che ci dimostrano la sensibilità e la semplicità di un grande uomo. Un uomo dello Stato che ha perso la vita per difendere il nostro Paese”.
Guerini: “Il ricordo non morirà mai”
“Il 23 maggio 1992 è una data che resterà per sempre nella memoria di tutti gli italiani. Quel giorno la mafia uccise Giovanni Falcone, sua moglie e tre uomini della scorta. Il loro esempio e il loro ricordo non moriranno mai. Non vi dimenticheremo”. Lo scrive su Twitter il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.
Provenzano: “Mafia prolifera in territori di nuovo insediamento”
“Dopo quelle stragi, lo Stato reagì. La mafia non ha vinto, ma non ha nemmeno perso. Prolifera in territori di nuovo insediamento. Dobbiamo tenere sempre alta la guardia. Il sacrificio di chi ha dato la vita per la lotta alla mafia non deve essere celebrato, deve essere onorato, rinnovando ogni giorno l’azione di contrasto”. Così il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Peppe Provenzano in un post su Facebook. “E tanto più oggi, in un tempo di incertezza sul futuro, di emergenza economica e sociale in cui le mafie, come sempre nelle crisi, provano a riconquistare spaza – sottolinea il ministro – aggiunge questa azione consiste non solo nell’opera di magistratura e forze dell’ordine, ma nell’offrire all’Italia e al Sud una prospettiva di sviluppo, nel segno della legalità, della giustizia, del diritto al lavoro, della dignità dell’uomo. È questo che restituisce fiducia, credibilità, prestigio alle istituzioni e alla democrazia. Anche in un momento difficile, mi torna in mente – conclude Provenzano – una frase semplice che Giovanni Falcone disse a Marcelle Padovani, nel famoso libro intervista. Era la sua massima: ‘Possiamo sempre fare qualcosa‘. Lo dobbiamo”.
Azzolina: “Scuola baluardo di legalità”
“Lo Stato c’è, la scuola c’è”. L’ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina durante #PalermoChiamaItalia, l’iniziativa in ricordo delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. “La scuola – ha proseguito – è stata offesa recentemente da due episodi a Napoli e Palermo, nei quartiere difficili dove sono stati rubati anche tablet e pc degli studenti disabili. Voglio dire a tutti che chi offende la scuola, offende lo Stato e lo Stato c’è per combattere la mafia, per dare delle risposte perché la scuola è baluardo della legalità e lo sarà sempre”. Perché questa data non sia solo una commemorazione, secondo Azzolina bisogna “fare in modo che i nostri studenti conoscano molto la nostra Costituzione. Noi stiamo lavorando affinché nelle linee guida sull’educazione civica, la Costituzione diventi baluardo di conoscenza: i principi, i valori della legalità, dell’evitare qualsiasi tipo di corruzione significa dare ai nostri studenti regole chiare affinché possano essere cittadini consapevoli e non si lasciano turbare, nemmeno nei quartieri difficili, da fenomeni di corruzione e dalla mafia”.
Bonetti: “La loro vita ci insegna a vivere”
“Quel giorno di 28 anni fa ha segnato la storia”, ha scritto la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti in un tweet. “Ma l’ultima parola su Giovanni Falcone e le vittime di Capaci non è la morte. È la loro vita. Che ancora ci insegna a vivere, a scegliere la giustizia oltre la solitudine e la paura, a fare con coraggio la propria parte”.
Speranza: “Le idee restano e camminano”
“Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. ‘Gli uomini passano ma le idee restano e camminano sulle gambe di altri uomini'”, è il commento su Facebook del ministro della Salute, Roberto Speranza, in occasione del 28esimo anniversario della strage.
Musumeci, Sicilia: “Anniversario molto strano”
È un anniversario molto strano, quello di oggi, in memoria del giudice Giovanni Falcone, della consorte e degli agenti di scorta. Non per questo il ricordo ‘silenzios’ della strage di Capaci può assumere un significato diverso”. Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. “La sensibilizzazione delle coscienze di noi tutti – prosegue – deve essere quotidiana e non legata solo a una data di calendario o ad una manifestazione esterna o, ancora, al via vai di persone nell’Aula bunker. Ognuno di noi deve fare la propria parte, ogni sacrosanto giorno. Solo così si può onorare, degnamente, al di là delle parole, la memoria di chi ha perso la vita nella vera lotta alla mafia. Solo quando si capirà che siamo tutti in trincea potremo venirne fuori”.
Orlando, Palermo: “La cultura alla legalità sia impegno quotidiano”
“La cultura della legalità si costruisce ogni giorno e si nutre della presenza dello Stato, ma anche della vigilanza costante e della sorveglianza da parte dei cittadini, soprattutto dei giovani“. Lo scrive il sindaco di Palermo, Andrea Orlando, su Facebook. “Far crescere generazioni consapevoli del pericolo che le mafie rappresentano per la nostra società, dei modi subdoli in cui la criminalità organizzata sfrutta il disagio sociale e la disperazione per infiltrare anche la parte sana delle nostre comunità, è il modo migliore per onorare la memoria di Falcone e quella implacabile sete di giustizia, rispetto delle regole e della legalità che persone come lui hanno coltivato fino all’estremo sacrificio e ci hanno lasciato in eredità”, aggiunge. “Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifano, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. – continua – Oggi, insieme alle vittime della strage di Capaci, ricordiamo i tanti servitori dello Stato che in questi anni hanno sacrificato la vita per i valori in cui hanno creduto fino all’ultimo, affrontando spesso anche la solitudine che battaglie così difficili comportano. Perché ogni giorno sia 23 maggio di ricordo e memoria di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, occorre avere ogni giorno gratitudine e ammirazione, uniti a ricordo e memoria, per Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro e, con loro, per la Polizia di Stato e le Forze dell’ordine. Un ringraziamento oggi in particolare all‘Ufficio scorte della Questura di Palermo, alla Squadra Mobile, all’indimenticabile Squadra Catturandi e – conclude Orlando – a tutti coloro che sono impegnati ogni giorno per contrastare la mafia e il suo sistema di potere politico, affaristico e criminale”.
Furlan (Cisl): “Senza legalità niente lavoro-sviluppo”
“Ripartiamo dal senso del dovere, dall’impegno civile e morale dei giudici Falcone e Borsellino. Non c’è sviluppo, lavoro, giustizia sociale senza legalità“. Lo dice la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan in un video messaggio su twitter. Sul quotidiano “La Sicilia” la leader Cisl scrive: “Smarrimento, rabbia, paura erano i sentimenti comuni tra le italiane e gli italiani dopo la strage di Capaci. Ma come era già accaduto negli anni tragici del terrorismo ci fu un sentimento collettivo di rivolta delle coscienze nei confronti del ricatto mafioso. Fu un momento di grande unità del popolo italiano, di riscatto morale, di impegno civico e sociale, lo stesso sentimento che abbiamo vissuto in queste settimane di emergenza sanitaria . Ecco perché la Cisl ha aderito con convinzione all’appello di Maria Falcone di accomunare quest’anno il ricordo commosso delle vittime della strage di Capaci con la profonda gratitudine per il lavoro degli uomini e delle donne che si sono prodigati senza sosta in questi mesi per aiutare il Paese, facendo il loro dovere, raccogliendo proprio l’esempio dei giudici Falcone e Borsellino. Non è un caso dunque che quest’anno l’anniversario della strage di Capaci venga ricordato e celebrato con il titolo elequente: ‘il coraggio di ogni giorno”, aggiunge la Furlan con l’esortazione a esporre oggi un lenzuolo bianco sui balconi per dire no alla mafia ed alla violenza, sì alla legalità, al dovere civico, allo sviluppo”.