E’ ormai diffuso il sospetto che la questione coronavirus possa essere iniziata ben prima di quanto ufficialmente non si sappia. E, ancora una volta, al centro del dibattito collettivo finisce la città di Wuhan, primo focolaio del Covid-19 e sede, fra il 18 e il 27 ottobre 2019, dei Giochi militari. Un evento che fin qui era stato tirato in ballo solo in maniera relativa ma che, ora, comincia a destare più di qualche sospetto. Diecimila atleti, delegazioni da tutto il mondo e, già all’epoca, sintomi strani che numerosi partecipanti avrebbero riscontrato senza, li per lì, pensare minimamente che potesse trattarsi del coronavirus che, di lì a pochissimo tempo, avrebbe messo in ginocchio il mondo.
La testimonianza italiana
A riattizzare il fuoco del dubbio è Matteo Tagliariol, ex schermidore italiano, oro nella spada proprio in Cina (ai Giochi di Pechino del 2008) e fra i rappresentanti azzurri durante i Giochi militari di Wuhan: “Quando si è cominciato a parlare del virus – ha detto in un video -, senza nessuna competenza medica, mi sono detto: allora l’ho preso. Ho 37 anni, sono sportivo, sono stato davvero molto male rispetto ai miei standard”. E, racconta Tagliariol, la strana influenza avrebbe colpito tutti coloro che si trovavano nell’appartamento riservato alla sua delegazione, 6 persone in tutto: “Ci siamo ammalati tutti, sei su sei nell’appartamento e moltissimi di altre delegazioni.Tanto che al presidio medico avevano quasi finito le scorte di medicine”. Per quanto riguarda i sintomi, Tagliariol ha raccontato di aver “avuto febbre e tosse per 3 settimane e gli antibiotici non hanno fatto niente; poi è toccato a mio figlio e alla mia compagna. Non sono un medico, ma i sintomi sembrano quelli del Covid-19“.
Il racconto della pentatleta
Un racconto, quello di Tagliariol, non troppo dissimile da quello di Elodie Clouvel, pentatleta francese che ha rilasciato, in queste ore, un’intervista all’emittente Loire7, interpellata sul rinvio delle Olimpiadi di Tokyo: “Penso che con Valentin (Belaud, altro pentatleta) abbiamo già avuto il coronavirus perché eravamo a Wuhan per i Giochi Militari. Ci siamo ammalati, lui ha saltato tre giorni di allenamenti, io ho avuto problemi mai avuti prima. E quando abbiamo parlato con un medico militare, ci ha detto: penso che l’abbiate già avuto perché gran parte della delegazione si è ammalata”. Dichiarazioni che hanno fatto alzare notevolmente l’asticella del sospetto sul fatto che, già in ottobre, a Wuhan circolasse il virus che, negli ultimi quattro mesi, ha chiuso a chiave i Paesi e presentato un drammatico bilancio di vite perdute. Dubbi che, peraltro, emergono in un momento estremamente complicato, in cui da più parti si richiede alla Cina di chiarire qualche aspetto sulla diffusione del virus. Col sospetto che l’allerta a livello mondiale da Pechino sia arrivata troppo tardi.