150 anni fa a Simbirsk nasceva Lenin, morto poi a Gorki il 21 gennaio 1924. Per ricordarlo Interris.it ha incontrato il professor Agostino Giovagnoli, storico italiano e professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Chi era Lenin?
“Lenin è stato il leader politico che ha guidato la Rivoluzione d’Ottobre che nel 1917 ha portato all’avvento del comunismo in Russia e alla nascita della Urss (Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche). La sua fama è legata soprattutto al modello di partito di massa – chiamato appunto modello leninista – cui si sono ispirati non solo tutti i partiti comunisti ma anche molte altre formazioni politiche del XX secolo, anche quelle che seguivano altre ideologie, come il partito fascista in Italia e quello nazionalsocialista in Germania”.
Cosa ha rappresentato per il mondo l’avvento del comunismo?
“Per il mondo l’avvento del comunismo ha rappresentato un grave pericolo per la libertà e un’enorme sfida, perché il comunismo ha saputo attrarre non solo le masse operaie ma anche altri gruppi sociali marginali: ha obbligato perciò anche liberali e democratici a tener conto delle aspirazioni delle classi subalterne”.
In che modo il socialismo reale ha trattato la libertà religiosa in Unione sovietica e nei paesi entrati nell’orbita di Mosca?
“La vita religiosa è stata sottoposta a condizioni molto dure in Urss e nei paesi entrati nell’orbita di Mosca. Ci sono state però differenze tra i vari paesi: in Polonia, dove i cattolici erano numerosi, la Chiesa ha mantenuto una certa autonomia, mentre in Albania la persecuzione ha annientato tutte le religioni”.
Persecuzioni e morte è il comune denominatore di ogni dittatura?
“Ci possono essere dittature di vari tipi e non in tutte persecuzione e morte sono il comune denominatore. E’ certo però che i sistemi totalitari del Novecento – comunismo sovietico, nazismo e fascismo – sono stati particolarmente violenti e oppressivi”.