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Virus: rimpatriati i 140 licenziati da Disney. 165 mila morti nel mondo

La situazione della pandemia in vari Paesi del globo: Russia, Libia, Corea, Cina, Giappone, Usa, Australia, Francia

Sono atterrati a Fiumicino oggi, 20 aprile, i 140 giovani lavoratori tra i 43mila licenziati da Disney World Florida a causa della pandemia di Covid. Per loro, rimasti bloccati a Orlando dopo la chiusura dei parchi il 16 marzo e con gli scali aerei chiusi, la Farnesina e i nostri rappresentanti diplomatici in Usa hanno organizzato un volo speciale. I giovani, tutti dai 18 ai 28 anni, avevano un contratto a tempo determinato di un anno del Cultural Representative Program della Disney, un programma di scambio culturale che garantisce un contratto di un anno. I ragazzi sono originari di diverse regioni del nord oltre a Lazio, Sardegna, Puglia. Il 6 aprile, però, tutti i partecipanti al Cultural Representative Program sono stati licenziati per mail. Ora, dopo alcune settimane, i giovani sono riusciti a tornare in Italia.

Mondo

Nel mondo sono oltre 165mila i morti per coronavirus e più di 2,4 milioni le persone che hanno contratto l’infezione Sono questi gli ultimi dati della Johns Hopkins University, che – nello specifico – parla di 2.404.325 contagi confermati al livello globale e 165.238 vittime.

Libia

Preoccupa la situazione in Libia, potenziale polveriera di covid-19 dell’Africa. Il Paese registra altri due casi di coronavirus che portano il totale dei contagi confermati a 51. Lo rende noto il Centro nazionale libico per il controllo delle malattie sulla propria pagina ufficiale Facebook, precisando che i guariti sono 11. Finora, nel Paese nordafricano il virus ha provocato un solo morto accertato, ma non è nota la situazione all’interno delle decine di centri di detenzione dei migranti sparse nel Paese. Lo scorso 30 marzo, le autorità libiche avevano scarcerato 466 prigionieri dal Centro di detenzione di Tripoli per cercare di limitare la diffusione del nuovo virus. Il primo caso di positività al Coronavirus a Bengasi – zona nell’est della Libia otto il controllo del generale Haftar – è stato segnalato solo lo scorso 8 aprile.

Russia

Sono 4.268 i nuovi casi di Covid-19 registrati in Russia nelle ultime 24 ore. Il totale dei contagiati dall’inizio dell’epidemia sale così a 47.121. Le vittime del nuovo virus sono ufficialmente 405, di cui 44 decedute nel corso dell’ultima giornata. Lo riferisce la taskforce nazionale contro l’epidemia nel suo bollettino quotidiano.

Corea del Sud

La Corea del Sud ha riportato 13 nuovi casi di coronavirus, di cui 7 importati e 8 domestici, fermatisi a singola cifra per la prima volta in due mesi. I contagi, saliti a 10.674 totali, si sono mantenuti sotto quota 20 per il terzo giorno di fila, aumentando la fiducia sul contenimento della pandemia. Il decessi hanno aggiunto altre due unità, salendo a 236 complessivi, mentre i guariti si sono portati a 8.114, pari a 72 in più rispetto a sabato.

Cina

La Cina ha registrato domenica 12 nuovi casi di infezioni da coronavirus, di cui 8 importati e 4 domestici tra Heilongjiang (3) e Mongolia interna (1). La Commissione sanitaria nazionale non ha rilevato decessi, segnalando però 49 asintomatici aggiuntivi, di cui 5 importati, per un totale di 990 casi. Nel complesso, i contagi sono saliti a 82.747, di cui 1.031 sotto trattamento medico, 4.632 decessi e 77.084 recuperi che portano il tasso di guarigione al 93,15%. I contagi di ritorno hanno raggiunto quota 1.583, di cui 742 risoltisi con la dimissione dagli ospedali e 841 ancora in cura. La Banca centrale cinese (Pboc) ha tagliato per la seconda volta nel 2020 il Loan prime rate (Lpr), tra i tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali ai clienti migliori e un riferimento sui tassi applicati agli altri prestiti: l’Lpr a un anno, spiega una nota, è limato di 20 punti base, al 3,85%; quello a 5 anni di 10 punti base al 4,65%. La misura, ampiamente attesa, vuole stabilizzare la liquidità del sistema bancario sul fronte degli finanziamenti alle imprese, in un contesto economico appesantito dalla pandemia.

Le medaglie delle Olimpiadi di Tokyo 2020, che però si svolgeranno nel 2021

Giappone

In Giappone è stata superata la soglia dei 10.000 casi di Covid-19. E i medici nipponici lanciano l’allarme: per evitare il collasso del sistema sanitario, le misure anti-coronavirus devono essere molto migliorate. Secondo gli esperti infatti le misure contro l’epidemia sono troppo lente e anche se per ora il Paese è meno colpito di quelli europei è pur sempre al terzo posto in Asia dopo Cina e India ed è alla pari con la Corea del Sud. Il Giappone regista 171 morti e 10.751 contagiati, pur essendo in stato d’emergenza da circa un mese, inizialmente in sette regioni ma ora in tutto il territorio nazionale. Intanto prosegue la diatriba sulle Olimpiadi di Tokyo, già posticipate di un anno tra luglio e agosto 2021. Gli organizzatori giapponesi hanno ribadito l’intenzione di rispettare le nuove date. Non c’è “nessun piano B”, ha affermato alla stampa Masa Takaya, portavoce del Comitato Organizzatore per le Olimpiadi di Tokyo. Ma un noto infettivologo giapponese si è detto “molto pessimista” sulla possibilità di svolgere le Olimpiadi di Tokyo nel 2021. “Onestamente, non credo sia probabile che le Olimpiadi si terranno l’anno prossimo”, ha detto Kentaro Iwata, professore nel dipartimento di malattie infettive all’Università di Kobe, durante una conferenza stampa online. “I Giochi Olimpici richiedono due condizioni: controllare ilCovid-19 in Giappone e controllarlo ovunque, perché devi accogliere atleti e spettatori da tutto il mondo – ha sottolineato Iwata -. Il Giappone potrebbe essere in grado di controllare la malattia entro la prossima estate, e spero ci riesca, ma non credo che lo stesso possa avvenire in ogni parte del pianeta, quindi sono molto pessimista sull’ospitare i Giochi nell’estate del 2021″. L’unica eventualità sarebbe, ha aggiunto Iwata, una ridotta organizzazione dei Giochi, ad esempio “senza spettatori o con una partecipazione molto limitata”.

 Australia

Prosegue il lockdown in Australia, sebbene si possa dire che il Paese è riuscito a tenere l’epidemia sotto controllo prima che gravasse in maniera pericolosa sul suo sistema sanitario: ieri si sono registrati 53 nuovi casi, per un totale di 6.586 e 71 decessi. E così riaprono oggi le spiagge a Sydney. Il comune di Randwick City ha annunciato l’apertura di alcune spiagge, comprese Coogee, Maroubra e Clovelly, soltanto per poter far fare esercizio fisico, riferisce l’Huffington Post. Il sindaco Mayor Danny ha comunque avvertito sulla necessità di cooperazione da parte dei cittadini con il rispetto di determinate regole, salvo tornare alla chiusura. La decisione di riaprire dopo tre settimane, ha spiegato lo stesso sindaco, è dettata dalla necessità di preservare “la salute mentale e fisica” della comunità.

Usa

Negli Usa il numero dei morti per coronavirus sale a 40.991, lo ha detto il presidente Trump nel briefing quotidiano. Sale anche il numero di contagiati, 759.687. A New York nelle ultime 24 ore ci sono stati 507 morti contro i 540 del giorno precedente. Cuomo parla di “parabola discendente”. I morti totali nella sola Grande Mela sono 14.451. sono La Florida intanto riapre le spiagge: tornano surfisti e pescatori. Dopo quasi un mese a Jacksonville la popolazione può tornare a correre e nuotare tra le onde dell’oceano pur mantenendo le misure sul distanziamento sociale. La gente potrà fare il bagno o surf dalle 6 alle 11 e dalle 17 alle 20 ogni giorno. Proseguono le proteste contro il lockdown in diversi Stati tra cui quello di Washington, dopo i cortei di sabato ad Austin, Annapolis e Indianapolis di sabato.

Francia

Tracce di coronavirus sono state trovate nell’acqua non potabile di Parigi. Le tracce del virus, secondo quanto riportato dall’autorità cittadine, sono “minime” e sarebbero state scoperte nella rete idrica non potabile, utilizzata in particolare per lavare le strade. La scoperta è stata fatta dal laboratorio che lavora per la rete idrica comunale. Secondo il Comune, “non c’è alcun rischio” per l’acqua potabile. Nel Paese i contagiati sono circa 150mila, 19.744 i morti.

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