Ricomincia il tormentone sul Mes, e spacca a metà i due schieramenti di maggioranza ed opposizione: l’opposizione di centrodestra perde Forza Italia, con Lega e Fratelli d’Italia che dipingono a tinte fosche il piano europeo che secondo loro contiene per i prestiti un mes rivisto e tuttavia civetta; nella maggioranza, una parte dei 5 stelle rinfocola l’avversione al mes al punto da provocare una presa di posizione netta del PD sulla positività della ipotesi raggiunta a Bruxelles e sulla fruibilità necessaria dei fondi del piano UE.
E mentre si surriscalda il clima politico, nella borsa di Milano si abbatte un – 5%, e lo spread schizza a 236. La stessa FMI prevede un calo del Pil a -9 %. Comunque vada, questa ritrovata vis oppositiva al piano europeo, non promette nulla di buono. Segnala la mancanza di responsabilità di una classe dirigente, ancor di più se addirittura presente nel governo. È significativo che in nessun altro paese UE le forze politiche accampano simili dubbi, compreso gli otto Stati alleati con l’Italia, che hanno condotto un campagna di grande efficacia, premiata dal risultato di una messa a disposizione di fondi, finora mai visti. Peraltro questo fuoco di ritorno è pericoloso per l’Italia per più ragioni: palesa un velleitarismo che ci isola in Europa e nel mondo; produce smarrimento tra i nostri cittadini già molto incerti sulla condizione che stanno vivendo; non ci permette di varare immediatamente sostegni a lavoratori, imprese e sistema sanità, per progettare un seconda fase ricostruzione.
È possibile che non ci si renda conto del rischio che proprio noi italiani potremmo correre? Ad ascoltare in questi giorni talune voci, sembra che parlino a nome del “Re di Prussia”.