Matteo Salvini, il leader della Lega, in una trasmissione televisiva, tra le varie altre questioni ha voluto anche parlare della esigenza per i cristiani di tornare a partecipare fisicamente alle celebrazioni eucaristiche, soprattutto a quellle che riguardano la imminente Pasqua. Si è voluto fare portavoce di un “periodico” a lui vicino, che ha lanciato un appello ai vescovi per la “riapertura delle chiese”. La motivazione principale della sua presa di posizione riguarderebbe la necessità di dare conforto ai cristiani che, come tutti, sono afflitti dalle traversie provocate dalla pandemia. Penso che la opinione pubblicizzata da Salvini, ha provocato qualche polemica su un tema così particolare che riguarda certamente il rispetto delle norme per salvaguardarci da un oggettivo pericolo, ma anche un tema molto particolare che tocca la sensibilità di chi ha fede, sia del tutto legittimo qualora non volesse solo provocare dialettica negativa nella Chiesa italiana
Desidero precisare che la mia opinione, mi porta naturalmente a pensare che sono di gran lunga benvenute le posizioni che mirano a discutere come si deve essere Chiesa Cattolica, rispetto a quelle che invece negano e combattono la nostra fede. A Salvini però dico che può stare sereno. In questo tormentato mese, la Nostra Chiesa ha dato segni di vitalità impensabili. Proprio per dare conforto e stringere tutti i cristiani a Gesù e a Maria Madre nostra, i sacerdoti provvidenzialmente si sono inventati di tutto: hanno celebrato sui tetti, hanno recitato il rosario dai campanili, hanno celebrato messe attraverso Facebook, pregato Maria Madre Nostra in collegamento con i propri parrocchiani con ogni mezzo social. E poi ogni comunità religiosa si è organizzata nello stesso modo.
È molto bello raccontare che a conclusione delle celebrazioni e delle preghiere, seguono sempre discussioni, come se si stesse parlando di presenza, che riguardano la vita delle rispettive famiglie in tempo di pandemia, rafforzando il senso di Comunità. Insomma, sia la fraternità per il legame che si rinsalda nei momenti di raccoglimento, che lo scambio di esperienza, in certi momenti si sviluppa intensissimo. E poi il Papa! In ogni giorno con i mezzi di comunicazione, ci ha sostenuto e tenuti uniti dandoci coraggio. Ed allora che dire? La fede è salda, l’unita della Chiesa più forte, la consapevolezza della indispensabilità del nostro rapporto personale con Dio accresciuta. Si può dire senz’altro a chi ha qualche timore, di stare sereni: la nostra Pasqua si annuncia speciale e di vittoria. Allora state sereni, se potete.