“Non supereremo questa crisi senza una solidarietà europea forte, a livello sanitario e finanziario”. E’ chiaro il presidente francese, Emmanuel Macron, intervistato da tre quotidiani italiani (tra i quali Corriere e Repubblica), che mentre l’Europa va approssimandosi al picco della pandemia da coronavirus, torna a invocare la necessaria unità per superare il momento di crisi a livello continentale. Il capo dell’Eliseo torna a ribadire la vicinanza reciproca tra Francia e Italia, invitando l’intero comparto dei 27 a fare quadrato nei confronti di un’emergenza che riguarda tutti allo stesso modo: “L’Unione europea, la zona euro, si riducono a un’istituzione monetaria e a un insieme di regole che consentono a ogni Stato di agire per conto suo? O si agisce insieme per finanziare le nostre spese, i nostri bisogni in questa crisi vitale? Voglio che si faccia pienamente questa scelta di solidarietà”.
Dibattito Coronabond
A proposito delle misure europee messe in campo per arginare lo tsunami economico atteso per gli effetti dello stop alle attività produttive, Macron si era schierato al fianco del premier italiano, Giuseppe Conte, in sede di Consiglio europeo, per quanto riguarda la questione Coronabond, ipotizzata come possibile provvedimento di emergenza ma ostacolato dal blocco dei Paesi del Nord: “Dieci Paesi dell’eurozona, rappresentanti del 60% del suo Pil, hanno esplicitamente sostenuto l’idea di una capacità di indebitamento comune, quale che sia il suo nome, oppure di un aumento del bilancio dell’Unione europea per permettere un sostegno reale ai paesi più colpiti da questa crisi”. E non manca, il presidente francese, di sottolineare l’avversione di altri attori del quadro continentale: “Alcuni Paesi, tra cui la Germania – hanno espresso le loro reticenze. Abbiamo deciso di continuare questo fondamentale dibattito, al più elevato livello politico, nelle prossime settimane. Non possiamo abbandonare questa battaglia“.
Contro l’immobilismo
Il punto, secondo Emmanuel Macron, è che sarebbe meglio “un’Europa che accetti divergenze e dibattiti piuttosto che un’unità di facciata che conduce all’immobilismo. Se l’Europa può morire, è nel non agire. Come Giuseppe Conte, non voglio un’Europa del minimo comune denominatore. Il momento è storico: la Francia si batterà per un’Europa della solidarietà, della sovranità e dell’avvenire”.