Dopo rinvii e polemiche, finalmente si gioca. In un silenzio surreale, quello dello Stadium, Juve e Inter danno vita ad una sfida scudetto che premia i campioni d’Italia. Cinici, cattivi quanto basta per avere ragione di un’Inter bella a metà, che si è persa strada facendo. Finisce 2-0 per effetto dei gol di Ramsey e Dybala, e la Juve si riprende la testa della classifica scavalcando la Lazio. Per l’Inter una brusca caduta: nerazzurri a meno 9 dalla vetta ma con una partita da recuperare, quella con la Samp. Ma anche con una vittoria, sei punti cominciano a diventare troppi. Per la Juve la conferma di una ossatura di grandissimo spessore. Sa soffrire, stringere i denti nei momenti di difficoltà, per poi colpire a affondare l’avversario alla prima occasione. Si chiama maturità, quella propria di chi da otto anni è sul tetto del campionato, quella maturità che Conte e i suoi cercavano allo Stadium. Ma che non hanno trovato.
Avvio bianconero
Sarri con il solito 4-3-3, manda Dybala e Pjanic in panchina. Giocano Bentancur in regia, Ramsey mezzala e Douglas Costa con Higuain e Ronaldo nel tridente offensivo. Nell’Inter Vecino preferito a Eriksen. Bastoni nei tre dietro, davanti (solito 3-5-2 di Conte) Lukaku e Lautaro Martinez. La Juve parte decisamente meglio, affonda di giustezza sugli esterni, in mezzo trova terreno fertile perché Brozovic stenta a carburare e i due a sostegno (Barella e Vecino) soffrono l’aggressività bianconera. Quindici minuti di Juve. Il colpo di testa di De Ligt, la conclusione di Matuidi sono due buone occasioni, ma Handanovic, che si è ripreso i pali dopo l’assenza per infortunio, c’è e chiude alla Juve la possibilità del vantaggio.
Prime battute
Accorta ed intelligente la partita dell’Inter, che col passare dei minuti prende campo. Meglio dei bianconeri sugli esterni, con Young e Candreva a spingere con insistenza, Brozovic che si desta dal torpore iniziale e prende in mano il cent rocampo, sorretto, stavolta sì, da Vecino e Barella che finiscono con il dare all’Inter il sopravvento nella zona centrale. E la Juve comincia a soffrire, perché dietro deve arrotare i bulloni per tenere i due tenori nerazzurri. L’Inter è messa bene, la Juve fa fatica ad uscire anche perché commette errori in ripartenza e fa il gioco dell’Inter. Che gioca decisamente meglio anche se per vedere la prima, vera conclusione, bisogna aspettare dopo la mezz’ora quando Brozovic ci prova di destro dopo un appoggio di Martinez, ma Szczesny si distende in tuffo e annulla l’occasione.
Apre Ramsey
La Juve prova ad alzare il baricentro, l’Inter è però compatta, ma allo Stadium regna l’equilibrio. Zero a zero all’intervallo con le due squadre che finora si sono equivalse, anche se l’Inter, sul piano del gioco e della manovra, si è fatta apprezzare di più. Sulla riconquista del pallone sulle seconde palle, l’Inter riparte nella ripresa. Manovra avvolgente con continui cambi di gioco, ma sempre dagli esterni per provare a far male. Ma è dal nulla che nasce il vantaggio bianconero. Higuain si infila bene in una difesa nerazzurra addormentata, poi Matuidi dalla linea di fondo la rimette in mezzo, dove Ronaldo vede meglio piazzato Ramsey e gli lascia la battuta. E Handanovic può nulla: 1-0 Juve dopo dueci minuti nella ripresa. Gol pesantissimo che sposta l’inerzia della gara e costringe l’Inter ad arrotare i bulloni per riprenderla perché una sconfitta potrebbe scavare un solco troppo profondo nella corsa allo scudetto.
Dybala la chiude
Esce Alex Sandro, dentro Dybala nella Juve, Eriksen nell’Inter per Barella che, a parte qualche guizzo, non ha mai inciso come Conte voleva. E così l’ex tecnico azzurro, si affida ai piedi e alla qualità dell’ex Tottenham per riaprire la sfida quando da giocare c’è ancora mezz’ora. Ma il gol è il toccasana per la Juve che si scrolla di dosso ansie e timori che invece prendono l’Inter che adesso fatica. La Juve è compatta, ritrova energie nervose che aveva smarrito. L’Inter prova a pressare ma non lo fa con i tempi giusti e la Juve esce con facilità da situazioni apparentemente difficili e trova praterie in controgioco. Dybala si prende la scena, cambiando con il suo atteggiamento la Juve. Che è un’altra Juve. Più incisiva e qualitativamente migliore dell’Inter che non riesce più a uscire. Dybala controlla un pallone sulla destra, si accentra, s cambia con Ramsey, entra in area, dribbla gli avversari e chiude con l’esterno sinistro un pallone velenosissimo che si infila all’angolino. Un gol pazzesco che chiude la gara perché esalta la Juve e pesa come un macigno sull’Inter: 2-0 quando da giocare ci sono appena una ventina di minuti. Ma l’Inter è scarica e la Juve prende sempre più campo.
Controllo finale
Fuori Candreva, dentro Gagliardini nell’Inter che adesso si mette 4-3-1-2 con Skriniar terzino destro. Giro palla veloce dei bianconeri, Inter frastornata. Fuori anche Lukaku, poco incisivo, dentro Sanchez. Cambia anche Sarri che inserisce De Sciglio per Alex Sandro che ha preso un colpo alla caviglia. Fuori anche Higuain, dentro Bernardeschi a poco più di dieci dalla fine. L’Inter ci prova nel finale, la Juve è sul pezzo. Il doppio vantaggio vale tanto a livello emotivo e si fa sentire. Poco altro fino alla fine. Vince la Juve, meritatamente, scavalca la Lazio e si riprende la vetta della serie A.
Dall’Allianz Stadium di Torino