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Il Giappone festeggia gli anziani, ma i giovani sono sempre di meno

[cml_media_alt id='4828']knh[/cml_media_alt]Secondo i giapponesi, l’anzianità rappresenta salute, longevità e benessere. E proprio per questo, a partire dal 1961, ogni 15 settembre si celebra il Keiro no Hi, Giornata nazionale del Rispetto per gli anziani. La crescita della popolazione che supera il secolo di vita, in Giappone, è stata esponenziale negli ultimi anni: nei 1998 i centenari erano 10.000, saliti a 30.000 nel 2007 e a 50.000 nel 2012. Oggi se ne contano ben 58.820 e i festeggiamenti, in genere piuttosto “blandi” e poco carichi di celebrazioni, hanno questa volta portato alla chiusura di negozi, scuole e addirittura della Borsa.

Tuttavia, per il governo guidato da Shinzo Abe, ci sarebbe poco da festeggiare: i numeri esponenziali sono un chiaro segnale della preoccupante tendenza demografica, che ha portato oggi la popolazione anziana al 25% complessivo e che sta già mettendo sotto pressione le autorità per il reperimento di risorse adeguate. Attualmente, nel paese, l’età del pensionamento è di 60 anni, ma a certe condizioni individui e aziende possono concordare un rientro nell’attività lavorativa. I programmi del Governo, che saranno in parte finanziati con l’aumento dell’Iva dal 5 al 10% entro ottobre del 2015, prevedono non solo un incremento delle strutture specifiche per anziani, ma anche l’estensione dell’età professionale che possa fronteggiare la mancanza di ricambio generazionale.

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