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Torna la calma a Hong Kong. Il governo: “Li lasceremo manifestare”

A poche ore di distanza dalle manganellate e dal lancio di lacrimogeni al peperoncino sparati sui manifestanti dalla polizia, sembra essere tornata la calma nelle strade di Hong Kong. È la nuova strategia del capo dell’esecutivo, Leung Chun-ying, che ha deciso di far logorare lentamente gli studenti che stanno bloccando le strade principali della città. Una fonte vicina all’amministrazione ha rivelato che Leung sarebbe pronto a far proseguire le proteste dei manifestanti anche “per settimane” e che farà intervenire le forze dell’ordine solo in caso di violenze o saccheggi.

La speranza è che la situazione rientri spontaneamente senza bisogno dell’utilizzo della forza. La polizia sta evitando lo scontro con i dimostranti e si mantiene a distanza dalle decine di migliaia di persone, in gran parte studenti, che affollano il cuore della città per protestare contro il progetto di riforma della legge elettorale che Pechino intende ratificare in vista delle elezioni del 2017, le prime a suffragio universale. Gli studenti dell’ex colonia britannica avevano lanciato ieri un ultimatum al capo dell’esecutivo della città, Leung Chun-ying, esortandolo a dimettersi entro la mezzanotte di oggi o a prepararsi a un’escalation con l’occupazione di vari uffici governativi, ad eccezione di ospedali e caserme dei pompieri.

È fissato per oggi, a Washington, l’incontro tra il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, e il capo della diplomazia americana, John Kerry. Il tema delle proteste di Hong Kong non potrà essere ignorato, come anche anticipato martedì dalla portavoce del dipartimento di Stato. Wang Li, prima dei colloqui, ha però preventivamente fatto sapere che “non tollererà atti illegali” e che “la questione Hong Kong fa parte delle questioni interne cinesi” sottintendendo quanto Pechino non gradisca intromissioni nelle scelte di politica interna.

Intanto Amnesty International ha denunciato l’arresto di una ventina di persone che in Cina hanno espresso simpatia per i manifestanti pro-democrazia di Hong Kong. In un comunicato diffuso ieri, Amnesty ha chiesto “il rilascio immediato di tutti coloro che sono stati fermati per aver pacificamente espresso il loro sostegno ai manifestanti”.

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