Nessuna concessione agli attivisti di Hong Kong: lo hanno deciso le autorità di Pechino, definendo le proteste “una causa destinata al fallimento”. Secondo quando scrive il Quotidiano del popolo, organo del Partito comunista al potere, le richieste fatte dagli studenti non sono “né legali, né ragionevoli”. La sola scelta possibile, aspiegano i leader cinesi dalle colonne del giornale,”è quella di “far rispettare la decisione” del comitato permanente dell‘Assemblea nazionale
popolare.
Gli studenti di Occupy Central, dal canto loro, hanno spiegato che non fermeranno la protesta finché le loro richieste non saranno accolte e discusse dal governo centrale: l‘instaurazione di un vero suffragio universale e le dimissioni del capo dell‘esecutivo locale, Leung Chun-ying, che ha ottenuto pieno appoggio dalla Cina nella gestione della piazza. Nella frattempo, Chun-ying Leung, dopo aver respinto le richiesta fatta dalla piazza, hacomunque annunciato l’apertura di un dialogo con gli attivisti, che sono ora in contatto la “chief secretary” del governatore, Carrie Lam.