E’ il mito di milioni di persone in tutto il mondo. Gli ideali per cui ha combattuto fino alla morte hanno segnato innegabilmente la stagione del “romanticismo rivoluzionario” e gli ultimi frammenti della sua esistenza sopravvivono tra fotografie, libri e film che gli appartengono. Ernesto Guevara de la Serna, più noto come Che Guevara, fu ucciso 47 anni fa.
Era il 1967 e il comandante si trovava in Bolivia. Stava addestrando l’Ejército de Liberaciòn Nacional de Bolivia in un campo acquistato dai comunisti del Paese nella regione di Ñancahuazú. In pochi ancora erano a conoscenza della sua collaborazione nei movimenti socialisti del Paese sudamericano, ma alcune fotografie raggiunsero l’allora presidente René Barrientos Ortuno e si dice che, dopo averle viste, questi espresse il desiderio di vedere la testa del Che piantata su una picca e mostrata nel centro di La Paz. Era marzo, e Ortuno intimò all’esercito di dargli la caccia.
Cinque mesi dopo, l’8 ottobre, nelle foreste attorno al villaggio di La Higuera, i militari boliviani guidati dall’agente della Cia Felix Rodrìguez catturarono il Comandante. Ortuno ordinò la sua esecuzione e ne annunciò al mondo la morte, affermando che il decesso era avvenuto in combattimento. Ma il Che era vivo, si trovava prigioniero nella piccola scuola dove venne giustiziato il giorno successivo.