La relazione intermedia del cardinale Peter Erdo letta ieri durante il Sinodo, ha avuto ampio eco sui mass media, tanto che oggi, dalla Sala Stampa Vaticana, i Padri Sinodali hanno tenuto a precisare che la relazione è solo provvisoria, una base su cui poi costruire quella finale del Sinodo sulla Famiglia. Nella relazione dell’alto prelato si parlava di “chiarificazione, approfondimento, precisazione”, ma si è anche parlato di fare “scelte pastorali coraggiose” nei confronti dei divorziati e di guardare gli “elementi positivi” nelle coppie di fatto e le “doti” delle persone omosessuali.
Intanto oggi alcuni dei cardinali presenti al Sinodo hanno rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Vaticana. Mons. Zbigņev Stankevičs, arcivescovo di Riga in Lettonia, dopo la ripresa dei lavori nei circoli minori ha dichiarato: “La mia convinzione è che il compito principale del Sinodo è di riaffermare la verità del Vangelo sul Matrimonio. Oggi, la famiglia si trova sotto un attacco fortissimo, il compito principale dei Padri sinodali non è fare qualche apertura poco definita ma è di applicare, nuovamente, per la situazione di oggi, l’insegnamento della Chiesa. Sicuramente è necessaria un’apertura e dobbiamo andare incontro alle sfide contemporanee per quanto possibile. Ma senza perdere l’identità cattolica e senza rinunciare alla verità sul matrimonio”.
C’è anche chi partecipa per la prima volta al Sinodo dei Vescovi. Si tratta di Mons. Edoardo Menichelli. “In questi giorni ho imparato la cordialità tra noi vescovi, la responsabilità che sentiamo – spiega il prelato – ho imparato dal Papa la capacità di ascoltare. E poi ho appreso che dovunque la famiglia è riconosciuta e voluta come una bellezza indispensabile per la società, ma che in giro per il mondo le ferite sono ampie e diffuse”. Mons. Menichelli ha anche espresso il proprio parere sull’omosessualità. “Ogni persona – ha commenta l’arcivescovo – è un dono di Dio e ha qualcosa da offrire all’altro. Nessuno, in questo senso, può cancellare ciò che un fratello o una sorella omosessuale può offrire. Il problema è ciò che queste persone chiamano diritto e non corrisponde al progetto di Dio contenuto nella Bibbia”.
L’arcivescovo di Jos in Nigeria, Mons. Ignatius Kaigama, invece spiega come “per noi africani, il matrimonio è fra una donna e un uomo. Io credo che la famiglia in Africa possa progredire quando c’è stabilità. In Nigeria, c’è il problema della povertà, dell’insicurezza, ci sono tanti giovani senza lavoro, giovani che vengono coinvolti in attività criminali. Quando ci sono famiglie stabili, queste famiglie possono essere testimoni del Vangelo anche per gli altri”. L’arcivescovo ha anche ha affrontato il problema della minaccia fondamentalista di Boko Haram: “Fa danni, distrugge i villaggi, le città, la vita… Cerca di far diventare tutti musulmani, ma questo non è possibile. Per esempio, nel nordest della Nigeria, nella diocesi di Maiduguri, il problema è più grave perché Boko Haram ha già danneggiato più di 15 parrocchie e tanta gente è stata uccisa… Il governo deve fare qualcosa subito per fermare questa situazione”.