Aprirà il 31 ottobre a Scicli, in provincia di Ragusa, il Centro di accoglienza “Mediterranean Hope” promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), alla cui gestione parteciperà attivamente la Chiesa metodista della cittadina. Il Centro, dotato di alcuni appartamenti, di un ampio locale per incontri pubblici e di vari servizi di accoglienza e orientamento, è in grado di ospitare circa 40 richiedenti asilo. “Ma non solo – spiega Francesco Sciotto, da qualche settimana pastore della Chiesa metodista che a Scicli è ben nota anche per l’Opera diaconale che in pieno centro gestisce un’apprezzata scuola materna – Il Centro è a disposizione della città per iniziative culturali, per l’incontro di associazioni e gruppi e per eventi pubblici. Insomma non vogliamo creare un ghetto ma uno spazio aperto di dialogo e confronto interculturale”.
Il progetto è finanziato dall’Otto per mille della chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) e si avvale di personale qualificato. “Abbiamo molto a cuore la qualità del personale che lavorerà nella struttura perché ci rivolgiamo a uomini, donne e bambini che hanno subìto traumi fisici e psicologici importanti e che quindi devono essere accolte con professionalità e sensibilità umana – aggiunge Sciotto – ma d’altra parte avremo anche dei volontari italiani e internazionali: a questi ragazzi che verranno dall’Europa e dagli Usa vogliamo proporre il nostro modello di accoglienza e chiederemo loro di farsi ambasciatori nei loro paesi di quello che l’Italia e le chiese evangeliche fanno per l’accoglienza dei profughi che fuggono da situazioni disperate del Nord Africa e del Medio Oriente”.
Mediterranean Hope, che ha anche un altro polo a Lampedusa dove è stato costituito un Osservatorio sulle migrazioni mediterranee, “farà rete” con altre associazioni e con gli enti che istituzionalmente operano anche nel settore dell’accoglienza, a iniziare dal Comune e dalla Prefettura: “La nostra Sicilia e la provincia di Ragusa in particolare – spiega ancora il pastore – sono molto esposte ai flussi dei profughi e questo deve spingere associazioni e istituzioni a collaborare attivamente almeno su due fronti: la tutela dei diritti umani di chi fugge da violenze e persecuzioni ma anche un’azione informativa ed educativa sulle grandi opportunità economiche e culturali dello scambio euromediterraneo.”