L’Avo racconta la sua attività negli ospedali al fianco dei malati

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Avo, l’Associazione di volontari ospedalieri che opera nei nosocomi e nelle strutture sanitarie italiane, è nata circa quarant’anni fa dalla sensibilità del suo fondatore, Erminio Longhini: era il 1975 e lui, giovanissimo, rimase particolarmente impressionato dall’indifferenza di medici e infermieri nei confronti di una donna malata che, dal suo letto, chiedeva un bicchiere d’acqua senza essere ascoltata. Da li è nata l’idea di un’associazione che possa permettere un’assistenza disinteressata e continua a tutti i malati.

Oggi Avo conta circa 25mila operatori in tutta Italia e sabato scorso, in occasione della Sesta giornata nazionale del volontariato, ha organizzato una serie di eventi tra cui un incontro di confronto e riflessioni sulla sua attività. Il dibattito svolto presso il centro parrocchiale di Santa Maria Greca di Corato. Moderato dalla giornalista Marianna Lotito, il piccolo raduno ha visto numerosi interventi tra cui quello del presidente della sede coratina dell’associazione, Giuseppe Molinini; della psicoterapeuta Maria Falco e dell’Assessore ai servizi sociali Adele Mintrone, per riflettere assieme sul ruolo dell’Associazione e sull’identità del volontariato.

Tutto ha avuto inizio con la proiezione di una video-intervista al dottor Erminio Longhini, che ha raccontato la nascita dell’associazione e i suoi scopi. Poi è intervenuto il fondatore dell’Avo a Corato, Giuseppe Molinini, che ha affermato, in un discorso come l’Avo sia nata dalla “mia esperienza personale: quando a quarant’anni ho fatto il bilancio della mia vita capendo che volevo darle un senso anche facendo qualcosa per il sociale. Poi un dolore famigliare e la proposta di fondare l’associazione Avo a Corato da parte del mio amico Giuseppe Procacci, ci hanno portato a dar vita all’organizzazione, sentendo questo compito come una “chiamata”. Così, nel 2005, è nata l’Avo Corato, che ha iniziato il suo servizio nell’Ospedale Civile ‘Umberto I” nel novembre del 2006”. Durante la serata, poi, è stato presentato l’ultimo progetto di cui l’associazione si occupa già da un anno nel reparto pediatria: “Un libro nel cuore”. L’iniziativa, resa possibile dalla raccolta fondi di Coraton 2012, vede i volontari impegnati nella lettura di libri e fiabe ai bambini ricoverati.

Si è poi delineato il profilo psicologico del volontario Avo con l’intervento della psicologa Mary Falco e si sono affrontati i concetti di empatia e reciprocità per confinare in quello di volontariato. La serata, infine, si è conclusa con un video in cui, attraverso delle immagini in cui ogni persona che riceveva un aiuto lo ricambiava offrendolo ad un’altra, si è messo in luce il “circolo virtuoso” che può scatenare anche solo un piccolo gesto di solidarietà.
“L’essenza dell’Avo – ha spiegato Molinini riprendendo lo statuto dell’associazione – è di rendere un servizio qualificato, volontario e gratuito, senza fini di lucro ma esclusivamente per solidarietà sociale, civile e culturale e al fine di fornire una presenza amichevole al malato, donando calore umano, dialogo e aiuto, senza sostituirsi al personale medico. Si tratta comunque di aiuto qualificato, perché tutti i volontari ricevono una formazione continua, sia prima sia durante l’attività”.