Kirill, il patriarca ortodosso di Mosca ha inviato una lettera al presidente del Pakistan Mamnoon Hussain per chiedere la grazia di Asia Bibi, una donna cristiana che è stata condannata a morte per blasfemia. Il primate russo scrive che “sarebbe una perdita irreparabile per la famiglia, i suoi vicini e i suoi cari, comporterebbe un grave danno al dialogo tra cristiani e musulmani e potrebbe, inoltre, aggravare le tensioni tra le due comunità sia in Pakistan, che nel mondo intero”.
Kirill insiste sul concetto che le autorità politiche di ogni Stato moderno “debbano essere consapevoli delle loro responsabilità nel destino dei rappresentanti delle minoranze religiose che confidano in loro” e continua ribadendo che “la Chiesa ortodossa russa ha dimostrato grave preoccupazione per la sentenza emessa dalla Corte. Il nostro gregge, costituto da milioni di persone, unisce la sua voce a quella di tutta la gente che nel mondo si è espressa a favore della salvezza di questa donna cristiana”.
Asia Bibi è madre di cinque figli e il 16 ottobre scorso l’Alta corte di Lahore gli aveva confermato la pena capitale con l’accusa di aver insultato il nome di Maometto. La donna ha sempre dichiarato la sua innocenza denunciando di sentirsi perseguitata per la sua fede. Anche i diritti umani si sono mossi insieme alle minoranze religiose che denunciano a gran voce questa legge che in Pakistan viene spesso usata con lo scopo di perseguitare le persone.