Dopo settimane di violenze e tensioni, la Spianata delle Moschee a Gerusalemme sembra vedere finalmente uno spiraglio di pace: al termine di una giornata di incontri ad Amman, in Giordania, il segretario di Stato Usa John Kerry ha affermato che israeliani e palestinesi hanno assunto l’impegno di adottare misure concrete per ridurre la tensione, dopo settimane di violenze, e mantenere lo status quo nella zona orientale della città.
Kerry ha incontrato il presidente palestinese Abu Mazen, il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il re giordano Abdallah II, e durante i colloqui ha sottolineato che Israele e Giordania, che controllano la Fondazione islamica responsabile della gestione della Spianata delle Moschee, hanno accettato l’adozione di misure per ridurre la tensione a Gerusalemme e ristabilire la fiducia.
Ma sia palestinesi che musulmani, di fronte all’alta tensione, temono che il governo israeliano possa cedere alla richiesta avanzata da una minoranza di estremisti ebrei di riconoscere il loro diritto a pregare sulla Spianata, modificando di conseguenza lo status quo dei luoghi santi. I palestinesi, inoltre, accusano Israele delle ripetute violazioni del sito con le restrizioni di accesso ai musulmani, l’ingresso della polizia nella moschea Al-Aqsa e le ricorrenti chiusure della Spianata – l’ultima ordinata il 30 ottobre scorso.
Dunque, in seguito all’incontro, per la prima volta da molto tempo non ci saranno oggi limitazioni di sesso o età per i fedeli musulmani nell’accesso alla Spianata delle Moschee per le preghiere del venerdì. A deciderlo in via definitiva, le forze di polizia israeliane.