I rifugiati siriani in Turchia vivono in mezzo a violenze e abbandono: a dimostrarlo sono le indagini di Amnesty International che ha diffuso un report sui campi profughi. Secondo l’associazione umanitaria, la situazione dei 22 campi ufficiali sta diventando disastrosa: tutto ciò con la silente complicità della comunità internazionale.
Sono un milione e 600 mila i rifugiati nel Paese, solo 220 mila sono ospitati nei 22 campi ufficiali, al massimo della capienza: molti di loro, denunciano gli operatori di Amnesty, sono stati picchiati, respinti verso la guerra e anche uccisi, mentre tentavano di attraversare valichi di frontiera non ufficiali.
La Turchia ospita il 97% dei rifugiati siriani, insieme al Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. Oltre 3 miliardi e 200 mila euro sono stati spesi da Ankara: Amnesty International nel suo dossier punta il dito anche contro quella che definisce la “deplorevole riluttanza della comunità internazionale ad assumere un significativo onere finanziario per affrontare la crisi dei rifugiati”. I Paesi più ricchi del pianeta, denuncia Amnesty nel dossier, “restano sordi quando si tratta di contribuire economicamente oppure offrire posti per il reinsediamento”.
“Ci sono persone – spiegano volontari e operatori dell’associazione umanitaria – che ci hanno raccontato di aver provato ad entrare in Turchia e di essere state respinte anche per tre volte nella stessa giornata, prima di riuscirci”. Secondo Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia, da dicembre 2013 ad agosto 2014, almeno 17 persone uccise dalle guardie di frontiera turche mentre cercavano di attraversare i valichi.