La battaglia jihadista dell’autoproclamato califfato islamico non sta avanzando solo sulle terre della Siria e dell’Iraq. I miliziani, per diffondere il proprio messaggio, utilizzano da sempre le infinite risorse della rete, diffondendo terrore anche per mezzo di immagini virtuali. E oltre ai rinforzi della Coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, in Egitto esiste un “esercito di hacker” che ha deciso di sfidare gli uomini di Bakr al Baghdadi anche sul web: l’ultimo attacco, ad esempio, risale alla scorsa settimana, quando i jihadisti hanno diffuso in rete un messaggio minaccioso del proprio leader; 24 ore dopo, gli esperti informatici lo hanno sostituito con un canto simile a quello dei militari egiziani con la scritta “Egyptian Cyber Army”. La registrazione di Baghdadi, dunque, è stata manomessa e ridicolizzata, perdendo senza dubbio quell’appeal “terroristico” di cui al contrario sono pregni i video delle decapitazione e delle altre minacce jihadiste.
Gli hacker si ispirano al gruppo siriano di informatici che si oppone al regime di Assad e, stando a quanto riferito a Mashable, i membri del gruppo sarebbero tutti egiziani, alcuni civili ed altri con esperienze nell’esercito o nelle forze di polizia, e tutti con simpatie per il governo di Abd al Fattah al Sisi, ex comandante delle forze armate egiziane divenuto presidente della Repubblica nei giorni scorsi.
L’obiettivo di questi “hacktivisti”, in sostanza, è quello di difendere il governo di al Sisi contro qualsiasi avversario, come i Fratelli Musulmani o l’Isis.