Un’epidemia di peste ha colpito il Madagascar uccidendo 40 persone e infettandone altre 80. A renderlo noto è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha anche lanciato un allarme, mettendo in guardia la popolazione locale contro la rapida diffusione della malattia. In poco più di due mesi sono stati segnalati 119 casi di contagio, più del triplo rispetto al 2013. L’infezione sembra essere partita dai villaggi più periferici, ma nel frattempo è arrivata ad Antananarivo, la capitale dell’isola africana.
Nella città sono stati accertati due casi di contagio, di cui uno ha portato alla morte la persona colpita dalla malattia. L’Oms, la Croce Rossa e l’istituto di ricerca Pasteur hanno già attivato una task force per cercare di circoscrivere l’epidemia. Anche l’African Development Bank – l’istituto transnazionale che promuove gli investimenti per lo sviluppo della regione – si è attivato, per evitare ulteriori contagi, donando duecentomila dollari.
Il batterio della peste, Yersinia Pestis, si sviluppa originariamente nei ratti, ma è poi veicolato attraverso le mosche. Negli esseri umani si sviluppa in forma bubbonica, e se i batteri raggiungono i polmoni, ci si ammala di polmonite, diventando così trasmissibile anche attraverso la tosse. Per questa malattia non esiste un vaccino, ma si può debellare con gli antibiotici. La loro somministrazione però deve essere tempestiva dopo la comparsa dei primi sintomi e questo può essere un problema in situazioni di povertà e degrado.
Ogni anno in Madagascar si registrano tra i 300 e i 600 casi di peste bubbonica, in genere tra ottobre e marzo. Inoltre le autorità sanitarie non devono solo fare i conti con l’epidemia, ma anche con la superstizione degli abitati dei villaggi più remoti. La gente pensa che si tratti di una maledizione che i vicini hanno lanciato contro di loro, per paura si recano quindi da un “guaritore” che buca il bubbone per togliere la maledizione e far “uscire lo spirito maligno”, ma in realtà così si espongono sempre più persone al possibile contagio.