Al Qaeda avanza la minaccia di uccidere il fotoreporter statunitense Luke Somers: in un video in cui i militanti annunciano le intenzioni, della durata di circa tre minuti, appare anche Nasser bin Ali al-Ansi, un esponente del gruppo terroristico yemenita che rivolge agli Usa accuse di “crimini” contro il mondo islamico.
Proprio le scorse settimane, per salvare l’americano sequestrato da settembre 2013, si erano attivate le forze speciali senza però ottenere il risultato sperato. Somers è ostaggio dell’ Aqap (Al Qaeda nella penisola arabica) e fu rapito a Sanaa, la capitale dello Yemen. Il giornalista, dopo mesi di silenzio, è ricomparso in questi giorni in un video pubblicato dal sito di monitoraggio Site Intelligence Group. Nel filmato, si vede il giornalista che implora le autorità statunitensi di salvarlo, “prima che un jihadista conceda tre giorni di tempo all’amministrazione Obama, senza però specificare quali condizioni debbano essere rispettate perché l’ostaggio non sia ucciso”.
Il Washington Post riporta che “funzionari statali hanno ammesso di avere mancato per poco l’obiettivo, riuscendo però a mettere in salvo altri ostaggi. L’americano sarebbe stato spostato dai suoi carcerieri”. Finora – riporta sempre il quotidiano – non si è parlato molto del rapimento di Luke Somers. Una circostanza non così inusuale, se si considera che è stata la famiglia a chiedere che sui fatti si mantenesse il massimo riserbo.