Continuano le violenze sulle minoranze religiose in India. Questa volta l’aggressione è avvenuto a Hyderabad, dove un gruppo di radicali indù ha picchiato a sangue, con bastoni e randelli, una comunità di cristiani pentecostali. La loro “colpa” è stata quella di andare in giro per le strade di una colonia tribale a intonare canti di Natale. La conferma arriva da Global Council of Indian Christians che conferma la data dello scontro per il 13 dicembre scorso. Colpiti con violenza senza alcun rispetto e distinzione, anche donne e bambini, il più grave resta il rev. Bhim Nayak, pastore della Banjara Baptist Church, che nell’attacco ha perso conoscenza ed è ancora ricoverato in un ospedale della città.
Sajan George, presidente del Gcic, dichiara: “Il rev. Nayak era in compagnia di circa 15 fedeli. Insieme stavano facendo visita alle famiglie cristiane della Singareny Colony, intonando canti natalizi. A un certo punto, circa 30 persone hanno circondato il loro mezzo. Accusandoli di praticare conversioni forzate, hanno rotto i vetri del veicolo, li hanno trascinati fuori e li hanno picchiati.” Sajan aggiunge che non si tratta della primo caso: “già il giorno prima un gruppo della destra nazionalista ha interrotto un convegno pentecostale a Ratlam, portando con sé polizia e rappresentanti dell’amministrazione locale. Lì hanno accusato gli organizzatori di convertire i tribali dell’area, offrendo loro soldi e altre tentazioni”.
A conferma dell’innocenza dei cristiani il capo della polizia P.S.Ranawat ha precisato: “Non abbiamo trovato prove di presunte conversioni, forzate o di altra natura. Gli agenti hanno parlato con alcuni tribali, ma nessuno ha confermato tale accusa”.