Precipita ancora la situazione in Ucraina, dopo l’attacco di Mariupol dello scorso 24 gennaio in cui sono rimasti uccisi 30 civili, Kiev denuncia la morte di 7 soldati e 25 feriti nei combattimenti che sono ripresi questa mattina nelle regioni di Donetsk e Luhansk. Precipita ancora di più il rapporto della Russia con i paesi membri Ue e con gli Usa: ieri ha parlato Obama dall’india, dove si trovava in visita, e Puntando il dito contro i separatisti, che ricevono “sostegno, equipaggiamento, il finanziamento, addestramento e truppe russe” ha detto che Washington sta valutando tutte le opzioni, ad eccezione dell’intervento militare, per isolare la Russia, e ha proseguito da Bruxelles il segretario del Tesoro Usa Jack Lew, che supervisiona le sanzioni, dicendo che la Casa Bianca ha più strumenti per fare pressione su Mosca. Minacce arrivano anche dall’Ue, infatti il presidente del consiglio europeo Donald Tusk ha detto che “è arrivato il momento di aumentare il passo delle nostre politiche basandole sui fatti crudi e non sulle illusioni”.
Il Cremlino nega di avere un ruolo militare nella vicenda e non si lascia intimidire dal ricatto economico dell’occidente, risponde a tono il portavoce Dimitri Peskov: “Rinnovare minacce e pressioni economiche contro la Russia costituisce una strategia assolutamente distruttiva, ingiustificata e miope e – continua – minacce e ricatti non influenzeranno le posizioni di Mosca sugli eventi in Ucraina”. Sostiene inoltre che l’Europa stia limitando la propria visione all’accusa continua nei confronti del Cremlino per qualsiasi violenza in Ucraina, e che: “Invece di aumentare la pressione su chi rifiuta il dialogo e una soluzione pacifica del conflitto ucraino sentiamo il ritorno del ricatto economico contro la Russia”. Vladimir Putin infatti attribuisce a Kiev la responsabilità per la nuova escalation di violenza nell’est, poiché rifiuta il dialogo con i ribelli, aggiungendo che una “legione straniera Nato” sta combattendo con i soldati ucraini.
Poco prima, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, in una conferenza stampa aveva auspicato che nelle discussioni in seno all’Ue sulle sanzioni contro mosca prevalgano “il buon senso agli interessi nazionali”. Intanto si incontreranno giovedì a Bruxelles gli ambasciatori dei paesi Nato e l’Ucraina per discutere sul modo migliore per rispondere agli scontri e convocare un incontro per agosto.