Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha espresso preoccupazione per il crescente fenomeno dell’emigrazione clandestina in Kosovo. E’ quanto emerge dalla relazione trimestrale sul Kosovo che sarà discussa venerdì 6 febbraio nel corso della prossima riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’incontro sarà presieduto dalla Cina, membro permanente del Consiglio che non riconosce l’indipendenza di Pristina, mentre il Kosovo sarà rappresentato dal ministro degli Esteri, Hashim Thaci.
“Le notizie sull’emigrazione dei cittadini kosovari negli ultimi mesi sono motivo di preoccupazione”, ha scritto il segretario generale nel suo rapporto, che copre il periodo dal 16 ottobre 2014 al 15 gennaio 2015, come anticipato oggi dalla stampa kosovara. Il diplomatico sudcoreano ha incoraggiato le autorità kosovare a migliorare la situazione sociale ed economica “per tutti i cittadini in Kosovo”, inclusa la comunità serba. La Serbia è uno dei pochi stati europei che non riconosce l’indipendenza del Kosovo proclamata dal parlamento di Pristina nel 2008.
Ban Ki-moon si aspetta che le nuove autorità kosovare, grazie ad un’ampia maggioranza parlamentare, affrontino ora numerose sfide. “La diversità della composizione del governo mostra i progressi compiuti e un nuovo slancio negli sforzi per costruire un Kosovo multietnico e democratico”, ha detto il segretario generale. Ban ha accolto con favore l’istituzione della Assemblea parlamentare del Kosovo e del nuovo governo, dopo sei mesi di impasse a seguito delle elezioni parlamentari anticipate dello scorso giugno. Si è detto fiducioso anche per l’approvazione della normativa per l’istituzione del Tribunale speciale per i crimini di guerra, auspicando infine la continuazione del dialogo tra Pristina e Belgrado facilitato dall’Ue e la necessità di costituire un’Associazione dei comuni a maggioranza serba.
Secondo l’ambasciatore italiano a Pristina, Andreas Ferrarese, “I giovani kosovari faticano a vedere una speranza per il loro futuro in questo paese” e scelgono di scappare. Per questo l’Italia è in prima linea nel sostenere gli sforzi delle autorità locali nel fermare l’emigrazione illegale, un fenomeno in costante crescita, ha denunciato Ferrarese. “Noi abbiamo contribuito a maturare questa percezione nelle istituzioni kosovare. L’Italia ha premuto moltissimo sul governo di Pristina affinché ponesse in cima alla sua agenda lo sviluppo economico. Questo non solo per ragioni di natura materiale, ma per gettare le basi per arginare l’emigrazione illegale, un fenomeno che danneggia gravemente il Kosovo e che lo priva delle sue migliore energie”, ha spiegato il diplomatico. Oltre il 70 per cento degli 1,85 milioni dei cittadini kosovari ha meno di 35 anni.
La Presidente kosovara Atifete Jahjaga ha sottolineato che il Kosovo sta “facendo di tutto” per contrastare il fenomeno: “Quindici anni fa abbiamo ereditato un paese con infrastrutture distrutte e un’economia completamente devastata”. L’emigrazione clandestina, secondo la presidente, non è solo colpa del Kosovo. “Le maggiori responsabilità – spiega – ricadono sui paesi vicini che condividono i confini con paesi Ue e Schengen: mi riferisco alla Repubblica di Serbia. Il valico di Subotica è stato trasformato in una sorta di hub regionale dell’immigrazione illegale. Dobbiamo rafforzare la cooperazione regionale. Non possiamo politicizzare tutto, perché alla fine stiamo parlando della sicurezza dei nostri cittadini e della loro libertà di movimento”.