Il Parlamento europeo, si legge nella relazione, prende atto “della legalizzazione del matrimonio e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in un numero crescente di Paesi nel mondo, attualmente diciassette, e incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell’Ue a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili”
L’Ue – si legge nella relazione firmata da Pier Antonio Panzeri (Pd) e approvata con 390 voti a favore, 151 no e 97 astensioni – incoraggia le istituzioni e i governi a contribuire ulteriormente alla riflessione su questo tema. Secondo Daniele Viotti, co-presidente dell’Intergruppo LGBTI al Parlamento Europeo, oggi l’Europa “ha fatto importanti passi in avanti sul fronte dei diritti”. Da registrare tuttavia, come è accaduto in occasione del voto di martedì scorso sull’aborto, qualche malumore all’interno dell’ala cattolica del partito. In particolare, il voto sull’articolo sulle unioni civili, ha registrato le astensioni della capodelegazione Patrizia Toia e di Caterina Chinnici. Silvia Costa ha deciso di non prendere parte alla votazione e due sono stati i contrari, Luigi Morgano e Damiano Zoffoli.
Tra i 28 Paesi Ue l’Italia è uno dei nove che ancora non prevede alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali. Puntuale il commento di Nichi Vendola che twitta: “Per il Parlamento Europeo le unioni civili e le nozze gay fanno parte dei diritti umani e civili delle persone. Molto bene. Ora però, prima dell’inizio del Consiglio dei Ministri, qualcuno informi Renzi”.