Luca Tromboni, di 50 anni, sposato e con un figlio di 15 anni è stato ucciso sabato mattina a colpi di arma da fuoco all’interno della sua attività a Quinto de Stampi, una frazione di Rozzano (Milano). A trovare il corpo è stata la madre, di 75 anni, che è andata a cercarlo proprio per verificare se avesse dormito in ditta, e poco prima delle 6 ha trovato il figlio riverso a terra all’ingresso del capannone.
I carabinieri escludono la rapina perché nell’azienda non mancava nulla e la vittima aveva in tasca il portafogli. Gli investigatori stanno ascoltando i parenti, i 15 dipendenti, e i clienti della ditta. Si indaga, inoltre, sulla situazione patrimoniale della società che, al momento, sembra non abbia problemi finanziari. La Tromboni, una ditta che produce viti e bulloni, è stata aperta nel 1967 dal padre di Luca.
Descritto da tutti come un gran lavoratore, Tromboni aveva due ferite: una alla fronte e l’altra all’addome. Non è possibile stabilire se i colpi siano stati esplosi a distanza ravvicinata. I bossoli non sono stati trovati ma il dato non è ancora rilevante perché, come sottolineano gli investigatori “è molto difficile trovare i piccoli cilindri metallici nel capannone di una ditta che produce viti”. Venerdi sera, secondo il racconto della madre e di alcuni dipendenti, si è fermato in azienda almeno fino alle 23.30. A quell’ora risale l’ultimo contatto. Non si sa, però, se l’omicidio è avvenuto nella notte o al mattino.Molti ancora i punti oscuri, a partire dal motivo che ha trattenuto Luca a lavoro fino a tardi, non aveva precedenti penali, le persone ascoltate finora escludono che avesse ricevuto minacce da qualcuno o che temesse ritorsioni da parte di nemici. L’ipotesi più attendibile, secondo gli investigatori, è che stesse aspettando qualcuno. Una risposta potrebbe arrivare dai filmati delle telecamere installate nella proprietà.