Oriundi? PerchĆ© no. Nel calcio che si divide sulle scelte di Conte di convocare per l’amichevole di sabato diversi giocatori stranieri ma con passaporto italiano interviene Marcello Lippi. Un pioniere nella scelta di calciatori nati all’estero ma con dna tricolore, basti pensare a Mauro German Camoranesi, protagonista del mondiale vinto nel 2006. “Sono bravi e utili in certi ruoli. Eder ĆØĀ esperto, ha tanti anni di Italia, offre molteplici soluzioni d’attacco – ha detto in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport – puĆ² stare sulla fascia. Vazquez ĆØĀ un talento, ha qualitĆ : non ho ancora capito il suo vero ruolo, perĆ² ha le caratteristiche di Zidane, un trequartista, una mezzapunta molto tecnica. In Nazionale la polemica non manca mai perchĆ©Ā ĆØ la squadra di tutti, di 60 milioni di tifosi e ct”. L’ex allenatore della JuveĀ ritiene che il vero problema della Nazionale sia che ci sono “pochi selezionabili, ma le Under mi danno ottimismo, vedo qualitĆ in arrivo. Gli non sono fondamentali: meglio aver allungato la fase pre-Europeo. Conte si sente un pĆ² solo? Si, un pĆ² lo ĆØ, come tutti i ct, ma ĆØĀ circondato da persone competenti della Figc, molte delle quali erano giĆ con me”.
Sull’arrivo di Valdifiori in azzurro Lippi ha parlato di una “piccola favola. Sia preso a esempio dai giovani, significa che il ct guarda tutti: Pirlo e De Rossi sono ancora importanti, ma non eterni. C’ĆØ Verratti, che dei giovani ĆØĀ il piĆ¹ bravo sul piano internazionale, credo che Conte abbia visto la Champions e si sia accorto della crescita di qualitĆ e personalitĆ . Lo sta valutando. Certo ĆØĀ un ottimo organizzatore di gioco, ma ogni ct deve avere 3-4 soluzioni per ruolo”. Lippi ĆØ legato a un periodo di successi in bianconero e promuove la scelta di Massimiliano Allegri per il dopo Conte. “Mi sono rivisto un po’ in lui. E’ arrivato alla Juve piĆ¹ o meno alla mia etĆ , ha la stessa mia concretezza e la voglia di modernizzare la squadra. Ci sono punti in comune”. Secondo Lippi il modo in cui Allegri si ĆØĀ inserito alla Juve del dopo-Conte mostra “l’intelligenza: ĆØĀ arrivato in punta di piedi in un ambiente dove si praticava un certo calcio, senza stravolgere le certezze. Poi, con idee leggermente diverse, ha dato a poco a poco la sua identitĆ ”