Il consiglio dei Ministri da il via alla riorganizzazione del ministero della Giustizia, annunciando un risparmio complessivo di 64 miliardi. Orlando la chiama una “cura ricostituente” ma avverte “non so se sono baci, schiaffi o carezze”. E ha sottolineato che questa rivoluzione influisce anche sulla riforma del settore in senso più ampio perché “e prescrizioni dei processi si realizzano perché ci sono norme non adatte, ma anche perché ad esempio non ci sono persone che fanno le fotocopie, perché non c’è l’informatizazzione”. Insomma le due sfere si toccano, nel pensiero di Palazzo Chigi, “credo che sarebbe importante che se ne prendesse atto perchè contrapporre l’esigenza di innovazioni organizzative alle riforme di carattere normativo è giusto se non si facessero cose sul fronte organizzativo e ne stiamo facendo moltissime”.
Nel dettaglio, ha spiegato il Guardasigilli, “da settembre gli uffici giudiziari non saranno più gestiti dai comuni ma dal ministero della giustizia. Questo intervento si aggiunge ad altri interventi organizzativi: a giugno è partito il processo civile telematico” e, nelle settimane scorse “il ministero ha acquisito dei fondi strutturali per 100 milioni di euro di cui 50 saranno utilizzati per l’informatizzazione del processo penale”.
Per quanto riguarda le cause civili, sulla cui lentezza si era soffermato anche Mario Draghi nella sua audizione alla Camera , “quelle arretrate fino al 2000 compreso sono solo 86mila e non sono preoccupanti come cifra” ha sottolineato Mario Barbuto, capo del dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria del ministero.. “Le cause accumulate tra il 2001 e 2005 sono 127mila, mentre sono 835mila tra il 2006 e il 2010; 2,7 milioni sono quelle del 2011-2013. Le cause ante 2000 devono essere le prime a uscire dall’ufficio”, ha sottolineato Barbuto, in base al principio ‘first in-first out'”.