Rafforzare “una concezione riduttiva della dignità umana” facendo del “bambino non nato un semplice oggetto di cui si può disporre liberamente e sottraendo alla donna in gravidanza gli strumenti per potere esercitare veramente la sua libertà di coscienza”. E’ questo uno dei rischi paventato dai vescovi francesi dinanzi alla proposta di riforma del sistema sanitario nazionale transalpino. La nuova legge prevede l’abolizione del periodo di riflessione per poter interrompere una gravidanza. I presuli l’Oltralpe, attraverso un comunicato, hanno criticato anche altri punti della riforma. Come quello che vorrebbe abolire la richiesta di consenso dei medici ai familiari del defunto nel caso che quest’ultimo non abbia espresso la sua volontà alla donazioni dei propri organi.
L’abolizione della norma, secondo i vescovi, consentirebbe più trapianti, ma renderebbe il corpo umano “una mera riserva di organi”. Un altro aspetto della nuova normativa è l’introduzione in via sperimentale delle “camere del buco” per tossicodipendenti. Il pericolo, in questo caso, “è di banalizzare e incoraggiare, anziché contenere il consumo di stupefacenti”. Infine, la correzione delle norme sulla contraccezione di emergenza dei minori, toglierebbe qualsiasi voce in capitolo ai genitori. Anche qui, hanno spiegato i vescovi francesi nella nota, è evidente l’intento di “banalizzare” la contraccezione tra i giovani, ai quali viene trasmessa una falsa idea di libertà, deresponsabilizzando completamente il mondo adulto.