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ORRORE YARMUK, LA NUOVA SREBRENICA

Srebrenica richiama alla mente l’orrore della guerra nell’Ex Jugoslavia, un massacro entrato nella storia dei genocidi e dei crimini di guerra. Ottomila musulmani bosniaci furono trucidati dalle bande criminali del generale Ratko Mladić e della “Tigre Arkan” Željko Ražnatović mentre la piccola città era sotto il controllo delle Nazioni Unite. Uno scenario che, secondo le maggiori organizzazioni internazionali, si starebbe ripetendo nel campo profughi palestinese di Yarmuk, occupato dall’Isis per sferrare l’attacco decisivo a una Damasco indebolita dalla guerra civile. L’area è teatro di feroci combattimenti e stragi, tanto che l’Unicef ha parlato proprio una di una “nuova Srebrenica” per richiamare l’orrore delle fosse comuni.

L’immagine più raccapricciante è quella di un gruppo di miliziani che ha giocato a calcio con la testa mozzata di un prigioniero, raccontata da un adolescente ex ospite del centro, riuscito miracolosamente a fuggire alla morte. “Sono venuti nella mia casa a cercare mio fratello che fa parte dei Comitati popolari palestinesi- ha raccontato il sedicenne Amjaad Yaaqub ancora sotto choc – . Mi hanno picchiato finché non sono svenuto e hanno pensato che fossi morto”. La zona è offlimit, interdetta persino agli aiuti umanitari, nonostante, secondo l’Unicef, vi si trovino “intrappolati” oltre 3.500 bambini. Segno di una guerra che ha superato ogni limite di ferocia, senza remore o rispetto per gli innocenti. Secondo Save The Children i minori rischiano di essere uccisi o feriti, sono senza cibo, acqua e assistenza medica. Inoltre, hanno raccontato fonti dell’organizzazione, “nei giorni scorsi decine di medici volontari, operatori umanitari e civili, sono stati uccisi, rapiti o feriti; e molti risultano ancora dispersi”. Mentre Chris Gunness, portavoce dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati, ha avvertito che nel campo la situazione e’ “al di la’ dei disumano”.

Per spezzare il giogo sanguinario del Daesh ieri nella capitale Siriana si è svolto un summit tra il governo di Assad e i rappresentanti dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Al termine dell’incontro Anwar Abdul Hadi, funzionario dell’Olp, ha annunciato che le autorità di Damasco sono  pronte a sostenere i combattenti palestinesi, senza intervenire direttamente, in diversi modi, quello militare compreso”. Anche perché la situazione è drammatica e l’Isis continua nella sua avanzata nel campo; sempre ieri il Califfato ha sbandierato le sue conquiste pubblicando un video con alcuni miliziani che si aggirano nell’area di Yarmuk. Nelle immagini i jihadisti, alcuni con i passamontagna e le armi, posano con le bandiere nere del Califfato nella via omonima del campo, alla moschea Al-Wasim e in un complesso di sicurezza che sarebbe sotto il controllo dello Stato islamico.

Finora sono riuscite ad abbandonare il campo solo un centinaio di famiglie. Intanto, nelle zone irachene appena liberate dall’Isis, si è cominciato a scavare a Tikrit, dove in almeno dodici siti si trovano fosse comuni in cui sarebbero sotterrati i corpi di 1.700 soldati uccisi l’anno scorso dallo Stato islamico. L’area è quella di Camp Speicher, una ex base americana, appena fuori dalla città sunnita. L’esumazione dei corpi avviene anche nel palazzo che fu di Saddam Hussein, giorni dopo che i miliziani dell’Isis sono stati spinti alla fuga dall’arrivo delle truppe irachene appoggiate dalle milizie sciite.

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