Domenica 12 aprile in Brasile centinaia di migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione contro la corruzione e contro il governo presieduto da Dilma Rousseff. Secondo gli organizzatori, circa un milione e mezzo di cittadini ha marciato in 195 città della vasta Nazione sudamericana scandendo slogan come “Dilma vattene” e “governo corrotto”. La polizia ha però ridimensionato la cifra limitandola a “soli” 700 mila partecipanti.
Il recente colloquio avuto dalla Rousseff con il Presidente americano Barack Obama durante il vertice di Panama – dopo due anni di tensioni diplomatiche a causa dello scandalo delle intercettazioni della National Security Agency – sembra non sia stato sufficiente a placare gli animi dei suoi elettori. Il consenso della Rousseff, rieletta per il suo secondo mandato presidenziale solo 6 mesi fa, è crollato a causa dello scandalo Petrobras e dell’impennata dell’inflazione e del costo delle forniture di acqua, elettricità e gas che sono salite alle stelle.
Secondo i magistrati, i vertici della società statale Petroleo Brasileiro Sa (Petrobras) negli ultimi anni avrebbero organizzato un sistema di tangenti legato ai contratti della compagnia petrolifera, con grandi quantità di denaro che sarebbero passati a diversi esponenti politici. L’inchiesta sta riguardando più di 50 persone e, secondo le opposizioni, molti dei casi di corruzione si verificarono negli anni in cui Rousseff era a capo di Petrobras. La Presidente ha però negato qualsiasi coinvolgimento diretto ed è stata esclusa dall’indagine, ma sono coinvolti alcuni esponenti del suo Partito dei Lavoratori. Ciò è stato sufficiente per far riversare nelle strade un milione e mezzo di persone che ne chiedono le dimissioni.